Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Un tormento di nome Diego
Hamsik ha realizzato un solo gol in meno di Maradona ma da un mese è a secco «Peccato aver pareggiato contro il Chievo, sprecate tante energie con il City»
NAPOLI «Abbiamo dominato, e le statistiche lo confermano, ma non siamo riusciti a vincerla. E’ un peccato aver perso punti», così Marek Hamsik ha commentato il pareggio contro il Chievo Verona sul suo sito ufficiale. «Rispetto ad un mese fa lo vedo in crescita», così Sarri ha commentato la sua prestazione nel post-partita a Verona. Rispetto alle prime gare della stagione, Marek sembra provarci con maggiore intensità, vuole allontanare il tormento del record di Maradona. Hamsik è a quota 114 gol, a -1 dal miglior marcatore della storia del Napoli ed è condizionato da quest’obiettivo che non riesce ancora a raggiungere. Al «Bentegodi» è stato l’azzurro che ha corso di più, ha toccato quota 12 chilometri percorsi, ha provato ad inserirsi senza palla e un suo colpo di testa parato da Sorrentino rappresenta una delle poche occasioni create dal Napoli. Per un centrocampista abituato ad andare in doppia cifra il gol è un’abitudine e crea frustrazione se non arriva. Hamsik esprime finora lo score più basso da quando indossa la maglia azzurra, ha segnato una sola rete in diciotto gare ufficiali, nella scorsa stagione era già a quota cinque e in passato ha viaggiato anche su numeri realizzativi più alti. Nella stagione 2009-10, senza giocare le coppe europee, mise a segno sette gol nelle prime dodici partite di campionato. Nel suo consueto lavoro tra le linee è una garanzia, il suo apporto con o senza palla è funzionale alla costruzione della manovra sulla catena di sinistra che ha rappresentato fino all’infortunio di Ghoulam l’anima del gioco. Gli manca la lucidità della giocata decisiva, l’intuizione negli ultimi venti metri, il passaggio o la conclusione vincente, come dimostra la palla persa in occasione della ripartenza del gol del 2-3 del City al San Paolo o le occasioni fallite sotto porta contro il Sassuolo. «Fino a quando la partita non è chiusa lo faccio giocare anche in rianimazione», così Sarri dopo la trasferta di Palermo nel corso della sua prima annata a Napoli si è espresso su Hamsik. Sarri lo considera un giocatore fondamentale, l’ha più volte dichiarato anche in conferenza stampa e cerca di proteggerlo. Hamsik è sempre partito dal primo minuto ma è stato sostituito a gara in corso in quattordici partite su diciotto. Sarri l’ha tenuto in campo fino al fischio finale solo contro il Benevento, il Cagliari e nelle ultime due sfide contro il Manchester City al San Paolo e il Chievo Verona. «L’ho visto ieri mattina, sta bene, arriverà anche il momento del sorpasso a Maradona. Gli ho consigliato di tirare anche i rigori», racconta Martin Petras, uno dei suoi procuratori. Intanto, è stato avvistato a Napoli Carlos Goncalves della Proeleven, agente influente nel calcio portoghese, che ha avuto dei contatti con il Napoli anche in estate, gestendo il portiere dello Sporting Lisbona Rui Patricio. Summit di mercato con Giuntoli, al ds azzurro piace da tempo il terzino destro classe ‘99 del Porto Diogo Dalot. L’approfondimento dovrebbe vertere soprattutto su giovani talenti ma le suggestioni e le piste sono tutte da scoprire.
Statistiche dominate ma non siamo riusciti a vincere a Verona Dispiace aver perso punti Siamo ancora primi e senza sconfitte da 24 gare Da tre anni siamo ai piani alti della A