Corriere del Mezzogiorno (Campania)
SALIAMO A BORDO DEL FUTURO
Ci sono sempre fili intrecciati nelle cose che riguardano Napoli. Prendete la scuola di Ingegneria voluta da Gioacchino Murat nel 1811 e il viaggio a Parigi per comprare i libri e creare la prima biblioteca, che nel bicentenario è stata riaperta al pubblico. Il viaggio, appunto. Se guardate il polo universitario dell’Università Federico II di San Giovanni a Teduccio, con l’Academy Apple, con Deloitte, Cisco e presto Accenture, quel viaggio della conoscenza è ripreso. Non sono più soltanto i libri dell’Encyclopedie ma sono reti, sensori, software, intelligenza artificiale. In una parola: futuro. E il futuro, si sa, deve essere sorprendente. Perciò vedere l’auditorium tutto vetri spuntare tra i palazzi dà la sensazione di vedere un faro, un punto di riferimento per i ragazzi che ci studiano e ci studieranno. Ma soprattutto per il territorio che intorno a questo polo iper moderno vive. È terra di camorra da molti lati, eppure la scelta dell’Università di aprire proprio lì, ha il sapore del futuro. Dicono che la bellezza delle opere d’arte, e Napoli ne ha tante, possa contaminare in modo positivo. Questa regola vale ancora di più per la conoscenza, ama ripetere il rettore Gaetano Manfredi. Ma ai ragazzi, da qualunque parte provengano, bisogna offrire opportunità, continuità e fiducia. Questo deve essere l’impegno di una classe dirigente degna di questo nome. A proposito del viaggio, nel mondo delle reti la periferia e il centro, in molte situazioni possono vedere invertirsi i ruoli.
C’è chi non accetta Siamo stati danneggiati in tutti i sensi, devono cambiare quel regolamento con cui ci cacciarono via mail
Non solo. Davanti al giudice civile della sezione fallimentare Nicola Graziano, l’avvocato del M5S Paolo Morricone ha formalizzato una proposta di transazione più ampia. Otre al reintegro tra i 5 Stelle, prevederà anche la rifusione delle spese legali dei ricorrenti per circa diecimila euro e, in caso di accordo, la possibilità per gli ex espulsi di ottenere un posto in lista alle prossime politiche. Per il Movimento 5 Stelle si tratta di un cambio di rotta fino a qualche tempo fa impensabile, perché mai si era verificata una retromarcia di queste dimensioni dopo una serie di espulsioni di massa. È vero che la transazione è stata proposta nell’aula di un tribunale civile, probabilmente temendo l’esistenza di un fumus boni juris da parte dei ventitré che si erano rivolti al giudice contro l’espulsione. Tuttavia resta l’assoluta novità del cambio di linea nei confronti di ex iscritti che avevano contestato duramente sia nel merito che nel metodo le loro espulsioni.
Alcuni appartenenti a «Napoli libera» avevano anche attuato un clamoroso sciopero della fame e si erano scagliati pubblicamente più volte contro la gestione del Movimento da parte dei parlamentari napoletani.
Ieri comunque in quindici si sono detti disponibili alla transazione che prevede il reintegro, la rifusione delle spese legali e la possibilità di un posto in lista alle politiche. Tra loro: Luca Capriello, Mariano Fergola, Elio D’Angelo, Gaetano Musella, Mimmo Capasso, Sara Scia. Tutti rappresentati dall’avvocato Francesco Albero. Ma una parte dei ricorrenti la pensa diversamente e non è disposta ad accontentarsi della «semplice» riammissione nel M5S. Un altro gruppetto (Marco Sacco, Antonio Ciccotti, Massimo Acciari, Paola Staffieri e Salvatore Stinco) oltre alla riammissione chiede la modifica del «non statuto». È il documento fondante del movimento in base al quale sono stati espulsi e che nei mesi scorsi una sentenza di un altro collegio di giudici napoletani ha ritenuto del tutto simile a uno statuto di partito. Di conseguenza tutte le espulsioni degli iscritti sarebbero dovute essere decise dall’assemblea e non su una piattaforma web.
Infine, ancora più dura la posizione di altri due ex espulsi: Vincenzo Russo e Roberto Ionta (rappresentati dall’avvocato Lorenzo Borrè). Questi ultimi chiedono scuse pubbliche, risarcimento-danni e l’annullamento del «non statuto». Spiegano che «non si tratta di una questione di denaro ma di ribadire la profonda ingiustizia di un’espulsione che ci ha danneggiati sotto tanti punti di vista». Russo, ad esempio, attivista antidiscarica a Pianura per conto del M5S, si ritrovò con la roulotte incendiata a scopo di intimidazione. «Dopo aver rischiato sul territorio — spiega — e aver dovuto affrontare anche una difficile situazione di salute di mia figlia, sono stato messo alla porta con una semplice mail». Analoga amarezza da parte dell’avvocato Roberto Ionta, il quale ricorda: «Insieme con altri del Movimento abbiamo sudato e lottato per il cambiamento quartiere per quartiere. Improvvisamente mi sono ritrovato espulso con una mail dopo che già mi ero esposto per la candidatura alle ultime elezioni in Campania. Ho subìto un danno enorme, perciò andrò sino in fondo».
Giovedì l’ultima udienza davanti al giudice Graziano, poi arriverà la sentenza.