Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Saliamo a bordo del futuro
La periferia, con un progetto coraggioso, può diventare un nuovo centro. Dove si imbottigliava l’aceto della Cirio, ora c’è una fabbrica delle idee. Forse questo è il vero viaggio, in bilico tra tradizione e innovazione. E il viaggio di CasaCorriere, nelle sue tappe alla scoperta di questo intreccio necessario per Napoli, è proprio questa ricerca. A San Giovanni a Teduccio studiano ingegneri accanto ai filosofi perché l’antico muro tra umanesimo e scienza non è più (anzi non lo è mai stato) contemporaneo. E forse qui Napoli ha delle carte da giocare, dove convivono l’Istituto Italiano di Studi Storici e la più antica scuola di ingegneria d’Italia. Giambattista Vico e il primo polo biotech. Dove le Assicurazioni Generali diventano partner del San Carlo per un programma che coinvolge i ragazzi nella musica. Dove una liceo Musicale, il Margherita di Savoia, lavora al San Carlo per mettere in scena My fair Lady. Dove un videogioco, realizzato da un archeologo del futuro, Fabio Viola, diventa il modo per fare entrare al Museo Archeologico Nazionale un milione di visitatori (virtual-reali). Dove Alessandro Rak fa diventare la Gatta Cenerentola l’occasione per sperimentare le nuove tecnologie con la sensibilità di un artista. Dove l’associazione dei costruttori, Acen, con Francesco Tuccillo, ha deciso che i giovani devono diventare il cuore del cambiamento. Ecco quello che può capitare in un giovedì d’autunno al Polo universitario di San Giovanni a Teduccio. A bordo del futuro salgono informatici, musicisti, ingegneri, biologi, studiosi di diritto. Perché la nuova leadership delle città può nascere solo dal mix di questi saperi. E vale la pena ricordare le parole del grande matematico Renato Caccioppoli: «Per tre cose vale la pena vivere: la matematica, la musica e l’amore». La passione di chi ha avuto il coraggio di credere che il futuro può cominciare da San Giovanni a Teduccio.
Ps Le parole di Caccioppoli starebbero bene su uno dei muri dell’Academy.