Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Corvino+Multari, così rinascerà la Torre delle Nazioni
La Torre delle Nazioni è quel grande edificio a forma di parallelepipedo verticale i cui due assi laterali in muratura sono collegati insieme dalla leggerezza di facciate orizzontali in vetro che ne contraddistinguono l’originale aspetto. Anche perché il progetto di questo singolare edificio data 1938 e fu firmato dall’allora 28enne architetto Venturino Venturi, in collaborazione con l’ingegnere Carlo Cestelli Guidi e col pittore Giorgio Quaroni.
Ebbene dopo che per anni si è parlato del ripristino e della rifunzionalizzazione di questo manufatto che sorge all’interno della Mostra d’Oltremare ai più risultato sempre piacevole ma dall’uso criptico - è finalmente in cantiere il suo restauro, affidato al piano di recupero firmato dal duo di architetti napoletani Corvino e Multari. Un progetto che rappresenta uno dei punti forza del volume «Esperienze dell’architettura: Corvino+Multari», edito da LISt Lab editore, che sarà presentato oggi alle 16.30 nella Sala Burri del Museo di Capodimonte, in un incontro dibattito, in cui oltre agli autori, parteciperanno anche il direttore del Museo di Capodimonte, Sylvain Bellenger, e il direttore del Museo Madre, Andrea Viliani. Tema centrale la capacità dell’architettura di trasformare il costruire in un atto che comprenda insieme intelligenza, coerenza e bellezza. Un filo rosso che attraversa tutta l’esperienza professionale di Vincenzo Corvino e Giovanni Multari, qui testimoniata da un racconto per immagini, ma anche dalla convinzione di un’Architettura che concepisce ogni progetto come un’operazione di ricerca in sé che va oltre l’idea di comparti stilistici e funzionali che ne indirizzino a priori forme e contenuti, pur mantenendo una relazione col contesto esterno e con lo spazio che lo accoglie. D’altra parte non è casuale il loro costante rapporto con l’arte contemporanea, presente in numerosi progetti e opere. Fra le quali segnalare le collaborazioni con Mimmo Paladino, Nino Longobardi, Sergio Fermariello, Anna Maria Pugliese, Lello Esposito e Pierre Yves Le Duc. Inoltre va ricordato anche il precedente progetto del duo, nel 2006, con il Restauro del Grattacielo Pirelli Milano, per il quale sono stati vincitori del Premio Speciale per il Restauro al Concorso Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana indetto dalla Triennale di Milano. Un precedente per certi versi vicino al pro- getto attuale napoletano, la cui realizzazione dovrebbe iniziare nel gennaio 2018 per una durata di 18 mesi. Appalto per il quale è prevista anche la pubblicazione di un volume monografico sullo stesso progetto. All’incontro di oggi parteciperanno inoltre anche Renata Picone docente ordinario di Restauro architettonico, Ferruccio Izzo, professore di composizione architettonica, Fabio Mangone, professore di Storia dell’architettura, tutti della Federico II, Massimo Pica Ciamarra, presidente del Comitato Scientifico di “Bioarchitettura®” e coordinatore del Comitato Scientifico Inarch e infine Pino Scaglione, professore Associato di Urbanistica presso l’Università degli Studi di Trento.