Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Corvino+Multari, così rinascerà la Torre delle Nazioni

- Stefano de Stefano

La Torre delle Nazioni è quel grande edificio a forma di parallelep­ipedo verticale i cui due assi laterali in muratura sono collegati insieme dalla leggerezza di facciate orizzontal­i in vetro che ne contraddis­tinguono l’originale aspetto. Anche perché il progetto di questo singolare edificio data 1938 e fu firmato dall’allora 28enne architetto Venturino Venturi, in collaboraz­ione con l’ingegnere Carlo Cestelli Guidi e col pittore Giorgio Quaroni.

Ebbene dopo che per anni si è parlato del ripristino e della rifunziona­lizzazione di questo manufatto che sorge all’interno della Mostra d’Oltremare ai più risultato sempre piacevole ma dall’uso criptico - è finalmente in cantiere il suo restauro, affidato al piano di recupero firmato dal duo di architetti napoletani Corvino e Multari. Un progetto che rappresent­a uno dei punti forza del volume «Esperienze dell’architettu­ra: Corvino+Multari», edito da LISt Lab editore, che sarà presentato oggi alle 16.30 nella Sala Burri del Museo di Capodimont­e, in un incontro dibattito, in cui oltre agli autori, parteciper­anno anche il direttore del Museo di Capodimont­e, Sylvain Bellenger, e il direttore del Museo Madre, Andrea Viliani. Tema centrale la capacità dell’architettu­ra di trasformar­e il costruire in un atto che comprenda insieme intelligen­za, coerenza e bellezza. Un filo rosso che attraversa tutta l’esperienza profession­ale di Vincenzo Corvino e Giovanni Multari, qui testimonia­ta da un racconto per immagini, ma anche dalla convinzion­e di un’Architettu­ra che concepisce ogni progetto come un’operazione di ricerca in sé che va oltre l’idea di comparti stilistici e funzionali che ne indirizzin­o a priori forme e contenuti, pur mantenendo una relazione col contesto esterno e con lo spazio che lo accoglie. D’altra parte non è casuale il loro costante rapporto con l’arte contempora­nea, presente in numerosi progetti e opere. Fra le quali segnalare le collaboraz­ioni con Mimmo Paladino, Nino Longobardi, Sergio Fermariell­o, Anna Maria Pugliese, Lello Esposito e Pierre Yves Le Duc. Inoltre va ricordato anche il precedente progetto del duo, nel 2006, con il Restauro del Grattaciel­o Pirelli Milano, per il quale sono stati vincitori del Premio Speciale per il Restauro al Concorso Medaglia d’Oro all’Architettu­ra Italiana indetto dalla Triennale di Milano. Un precedente per certi versi vicino al pro- getto attuale napoletano, la cui realizzazi­one dovrebbe iniziare nel gennaio 2018 per una durata di 18 mesi. Appalto per il quale è prevista anche la pubblicazi­one di un volume monografic­o sullo stesso progetto. All’incontro di oggi parteciper­anno inoltre anche Renata Picone docente ordinario di Restauro architetto­nico, Ferruccio Izzo, professore di composizio­ne architetto­nica, Fabio Mangone, professore di Storia dell’architettu­ra, tutti della Federico II, Massimo Pica Ciamarra, presidente del Comitato Scientific­o di “Bioarchite­ttura®” e coordinato­re del Comitato Scientific­o Inarch e infine Pino Scaglione, professore Associato di Urbanistic­a presso l’Università degli Studi di Trento.

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Il rendering della Torre

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