Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Sorpresa, la paella è un po’ napoletana Segreti e misteri
Una lezione alla Escuela de Arroces Valenciana tra storia e ricette: la diffusione con gli aragonesi che esportavano in Spagna i prodotti fabbricati dagli artigiani di una città a cui il riso non piaceva
caffè napoletano: se non hai l’acqua giusta non viene bene. E quindi non si potrebbe fare in un luogo diverso da quello d’origine, in teoria: perché quella “giusta” si trova solo a Valencia. Città con un bellissimo centro storico, un Duomo meraviglioso e un lungomare pieno di vita, ristoranti e locali frutto anche della nuova urbanizzazione nata dal dopo «America’s Cup», manifestazione che Valencia soffiò proprio a Napoli. La città si trova a meno di un’ora e mezzo di volo visto che la Ryanair ha istituito due collegamenti diretti settimanali (martedì e sabato). «Un collegamento che abbiamo chiesto da tempo - spiega Leticia Colomer dell’ufficio turismo di Valencia - e che sta registrando un enorme successo».
Ma ecco alcuni dei segreti appresi nella Escuela de Arroces y Paella Valenciana. Allora partiamo dagli ingredienti: la vera e originale paella di Valencia si fa con pollo e coniglio. Le altre versioni sono per i palati meno fini dei turisti. Tra gli ingredienti qualche vegetale che non esiste al di fuori dei confini spagnoli: anche qui, la soluzione è semplice: inventiamo (fagioli, taccole e fagiolini nostrani andranno più che bene)!
Iniziamo tagliando la carne. Versiamo l’olio al centro della padella. Si soffrigge bene la carne, poco a poco a poco e facendo attenzione che rimanga al centro. Prima il pollo, girandolo ogni 3-4 minuti, fino a quando non assume un colorito dorato. A quel punto lo posizioniamo alle estremità della padella. Poi è il momento del coniglio. Quando entrambe le parti diventano dorate, mettiamo anche il coniglio alle estremità della padella e lasciamo lo spazio al centro per le verdure. Una volta pronte, le posizioniamo all’esterno della padella. È molto importante cuo-