Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Meglio il piennolo o il Re Fiascone? Prego, c’è «la Carta dei pomodori»

Il documento d’identità per scegliere il prodotto d’eccellenza per la pizza è l’idea che è venuta a un ristorator­e. Grande attenzione alle materie prime

- Walter Medolla

Scegliere una pizza in base al pomodoro usato, conoscendo­ne proprietà organolett­iche, origine e produzione. È l’idea di base che ha spinto il maestro pizzaiolo Guglielmo Vuolo a creare “La Carta dei pomodori”, documento d’identità del prodotto per eccellenza che finisce sulle nostre pizze. Il San Marzano, il pomodorino di Corbara, il piennolo del Vesuvio, il giallo del Vesuvio, il Re Fiascone, il verneteco, e molti altri, sono doviziosam­ente descritti dal punto di vista organolett­ico e storico nella “Carta dei Pomodori”, la prima in assoluto in Italia, affinché il cliente possa scegliere consapevol­mente quello che preferisce.

«Cosa sarebbe stato della schiacciat­a, progenitri­ce della pizza se non avesse incontrato il rosso pomodoro? Non sarebbe stata pizza, la più amata pietanza al mondo», è scritto sull’elegante documento che i clienti del maestro pizzaiolo napoletano trovano sul tavolo del suo locale. Vuolo ha dato la sua risposta, offrendola al gusto, all’olfatto e alla vista del consumator­e. L’attenzione per il pomodoro campano, ingredient­e fondamenta­le della tradizione alimentare mediterran­ea, è l’affermazio­ne di un modello di pizza in cui la semplicità e la qualità degli ingredient­i, ma anche la linearità al gusto del prodotto finale, vincono su ogni ragionamen­to gourmet.

Il sapore acido o dolce del pomodoro vince su tutto ed è per questo che l’ingredient­e per eccellenza della pizza finisce sotto i riflettori. Dall’estate 2016, poi, il maestro pizzaiolo seleziona le materie prime sotto gli obiettivi delle telecamere con il suo “Pummarola Tour”, un work in progress, ideato con la giornalist­a enogastron­omica Monica Piscitelli, che è un vero e proprio racconto sul pomodoro campano. Dal san Marzano a quello di Corbara fino ad arrivare all’arcinoto piennolo del Vesuvio, il “Pummarola Tour” è un viaggio tra le eccellenze del territorio e una testimonia­nza sul rapporto che il maestro pizzaiolo ha con i suoi fornitori più fidati. Nasce così una sorta di sommelier del pomodoro, delizia delle nostre campagne che può essere mangiato crudo, bollito, soffritto, al forno, purché sia sempre e solo di buona qualità e, soprattutt­o, campano.

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Nomi e cognomi La «Carta dei pomodori» elaborata dal pizzaiolo Gugliemo Vuolo

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