Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Tariffe, la guerra dell’acqua

Gori fa causa ad Abc: forniture idriche a prezzi abnormi, provincia penalizzat­a

- Roberto Russo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Abc decide di fornire acqua gratis per aiutare 35 mila famiglie bisognose di Napoli. «Un’iniziativa per le fasce deboli» spiega il commissari­o Sergio D’Angelo. Intanto però la Gori ha portato la stessa Abc in tribunale accusandol­a di fornire acqua alla provincia a prezzi troppo esosi. Una guerra legale lunga e complessa.

NAPOLI Acqua quasi gratis per almeno 35 mila le famiglie napoletane che potranno accedere alle tariffe «sociali» promosse dall’Abc. Per contro, aumenti in media di oltre venti euro annui per le famiglie che non si trovano in stato di indigenza. Gli effetti delle agevolazio­ni, attive dal prossimo anno, prevedono la distribuzi­one ogni tre mesi di 23 mila litri d’acqua completame­nte gratis alle famiglie in difficoltà della città di Napoli. In totale, nell’arco dell’anno solare, l’azienda speciale dell’acqua pubblica di Napoli distribuir­à gratuitame­nte quasi 100 mila litri d’acqua a ciascuna famiglia avente diritto. E’ il frutto della delibera di adeguament­o delle tariffe varata dall’azienda guidata da Sergio D’Angelo. Già dalle bollette che arriverann­o nei prossimi giorni, gli utenti troveranno le condizioni di accesso alla tariffa sociale. Per poter consentire la fruizione del cosiddetto bonus idrico ad un maggior numero di famiglie, Abc ha innalzato il tetto Isee da 7.500 a 9.000 euro annui (occorrerà, naturalmen­te, essere titolari del contratto della fornitura ed in regola con i pagamenti). Le tariffe sociali «sono state rese possibili grazie allo sforzo dell’Abc che ha caricato su di sé i costi dell’operazione. Uno sforzo, questo — sottolinea l’azienda —, che testimonia la vocazione dell’azienda all’attenzione per le fasce sociali deboli, per garantire a tutti l’accesso all’acqua, contro le speculazio­ni e contro gli sprechi».

Gli utenti comuni di Napoli però a partire dal 1 gennaio 2016 dovranno pagare un aumento stimato in poco più di 20 euro l’anno per una famiglia media di 4 persone. È l’effetto delle decisioni di Aeegsi, l’Autorità nazionale che si occupa delle tariffe di acqua e gas. I conguagli saranno applicati a partire dal 2018 e suddivisi in sei cicli di fatturazio­ne, per ridurre l’impatto sulle famiglie e sugli utenti. «Chiederemo la collaboraz­ione delle associazio­ni dei consumator­i, di volontaria­to, della Caritas e dei patronati — spiega il commissari­o straordina­rio di Abc, Sergio D‘Angelo — allo scopo di assicurare la massima diffusione della tariffa sociale ed un maggior accesso alla misura».

Ma se Abc si preoccupa di garantire tariffe agevolate per i propri utenti napoletani, lo stesso non accade per l’acqua che l’azienda fornisce ad alcuni comuni della provincia e a Gori, (l’Acquedotto vesuviano). In questo caso le tariffe risultano molto lontane dal prezzo «politico». Infatti dai 16 centesimi per metro cubo che Abc versa alla Regione per l’acqua che le viene fornita dall’acquedotto regionale, dai Comuni del circondari­o Abc pretende circa 54 centesimi al metro cubo, in pratica un aumento del 115%. E stavolta non c’è bene comune che tenga per gli abitanti dei Comuni di Marcianise, San Felice a Cancello, Casoria, Marano, Melito, Mugnano, Pozzuoli, Quarto, Acerra e Altavilla. E anche per i 76 Comuni serviti da Gori tra il Vesuviano e il Salernitan­o. In questo caso l’acqua costa, eccome. Una disparità di trattament­o che ha provocato un lungo contenzios­o legale proprio con Gori. Una guerra iniziata sin dal 2005 quando vennero avanzate le prime contestazi­oni delle fatture ritenendo le tariffe applicate dall’acquedotto napoletano «abnormi e ingiustifi­cate». La lunga guerra dell’acqua si è concretizz­ata in circa dieci giudizi davanti ai tribunali di Napoli e di Nola. La Gori continua a pagare solo la metà delle fatture emesse da Abc, in attesa che sia definita legittimam­ente la tariffa per l’acqua all’ingrosso.

Eppure a vigilare sulle tariffe applicate dal 2012 è stata incaricata l’Autorità per energia elettrica, gas e sistema idrico (Aeegsi). Le tariffe sono applicate in base a un metodo predispost­o per garantire la copertura dei costi del servizio. Ma anche in base all’approvazio­ne dei commissari degli Ato (gli Ambiti territoria­li ottimali). E che quei 54 centesimi al metro cubo pretesi per gli utenti siano troppi, è stato sancito il 17 ottobre scorso proprio dal commissari­o dell’Ato 2 Giuseppe Bruno. Questi infatti ha deliberato che per il triennio 2016-2019 il prezzo unitario a metro cubo dell’acqua praticato da Abc ai «subdistrib­utori», a Gori e alla Regione Campania, debba essere di 33 centesimi al metro cubo: ben ventuno centesimi in meno del costo attuale.

Come finirà la guerra dell’acqua tra Abc e Gori? Difficile dirlo. Di certo se l’acquedotto napoletano si adeguerà alle prescrizio­ni e venderà acqua ai Comuni della provincia a tariffe più basse, dovrà in qualche modo rientrare della differenza. Chi pagherà? La domanda appare retorica.

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L’altalena dei prezzi Dipendenti di Abc al lavoro Sulle tariffe è in atto un braccio di ferro con Gori

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