Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Tariffe, la guerra dell’acqua
Gori fa causa ad Abc: forniture idriche a prezzi abnormi, provincia penalizzata
Abc decide di fornire acqua gratis per aiutare 35 mila famiglie bisognose di Napoli. «Un’iniziativa per le fasce deboli» spiega il commissario Sergio D’Angelo. Intanto però la Gori ha portato la stessa Abc in tribunale accusandola di fornire acqua alla provincia a prezzi troppo esosi. Una guerra legale lunga e complessa.
NAPOLI Acqua quasi gratis per almeno 35 mila le famiglie napoletane che potranno accedere alle tariffe «sociali» promosse dall’Abc. Per contro, aumenti in media di oltre venti euro annui per le famiglie che non si trovano in stato di indigenza. Gli effetti delle agevolazioni, attive dal prossimo anno, prevedono la distribuzione ogni tre mesi di 23 mila litri d’acqua completamente gratis alle famiglie in difficoltà della città di Napoli. In totale, nell’arco dell’anno solare, l’azienda speciale dell’acqua pubblica di Napoli distribuirà gratuitamente quasi 100 mila litri d’acqua a ciascuna famiglia avente diritto. E’ il frutto della delibera di adeguamento delle tariffe varata dall’azienda guidata da Sergio D’Angelo. Già dalle bollette che arriveranno nei prossimi giorni, gli utenti troveranno le condizioni di accesso alla tariffa sociale. Per poter consentire la fruizione del cosiddetto bonus idrico ad un maggior numero di famiglie, Abc ha innalzato il tetto Isee da 7.500 a 9.000 euro annui (occorrerà, naturalmente, essere titolari del contratto della fornitura ed in regola con i pagamenti). Le tariffe sociali «sono state rese possibili grazie allo sforzo dell’Abc che ha caricato su di sé i costi dell’operazione. Uno sforzo, questo — sottolinea l’azienda —, che testimonia la vocazione dell’azienda all’attenzione per le fasce sociali deboli, per garantire a tutti l’accesso all’acqua, contro le speculazioni e contro gli sprechi».
Gli utenti comuni di Napoli però a partire dal 1 gennaio 2016 dovranno pagare un aumento stimato in poco più di 20 euro l’anno per una famiglia media di 4 persone. È l’effetto delle decisioni di Aeegsi, l’Autorità nazionale che si occupa delle tariffe di acqua e gas. I conguagli saranno applicati a partire dal 2018 e suddivisi in sei cicli di fatturazione, per ridurre l’impatto sulle famiglie e sugli utenti. «Chiederemo la collaborazione delle associazioni dei consumatori, di volontariato, della Caritas e dei patronati — spiega il commissario straordinario di Abc, Sergio D‘Angelo — allo scopo di assicurare la massima diffusione della tariffa sociale ed un maggior accesso alla misura».
Ma se Abc si preoccupa di garantire tariffe agevolate per i propri utenti napoletani, lo stesso non accade per l’acqua che l’azienda fornisce ad alcuni comuni della provincia e a Gori, (l’Acquedotto vesuviano). In questo caso le tariffe risultano molto lontane dal prezzo «politico». Infatti dai 16 centesimi per metro cubo che Abc versa alla Regione per l’acqua che le viene fornita dall’acquedotto regionale, dai Comuni del circondario Abc pretende circa 54 centesimi al metro cubo, in pratica un aumento del 115%. E stavolta non c’è bene comune che tenga per gli abitanti dei Comuni di Marcianise, San Felice a Cancello, Casoria, Marano, Melito, Mugnano, Pozzuoli, Quarto, Acerra e Altavilla. E anche per i 76 Comuni serviti da Gori tra il Vesuviano e il Salernitano. In questo caso l’acqua costa, eccome. Una disparità di trattamento che ha provocato un lungo contenzioso legale proprio con Gori. Una guerra iniziata sin dal 2005 quando vennero avanzate le prime contestazioni delle fatture ritenendo le tariffe applicate dall’acquedotto napoletano «abnormi e ingiustificate». La lunga guerra dell’acqua si è concretizzata in circa dieci giudizi davanti ai tribunali di Napoli e di Nola. La Gori continua a pagare solo la metà delle fatture emesse da Abc, in attesa che sia definita legittimamente la tariffa per l’acqua all’ingrosso.
Eppure a vigilare sulle tariffe applicate dal 2012 è stata incaricata l’Autorità per energia elettrica, gas e sistema idrico (Aeegsi). Le tariffe sono applicate in base a un metodo predisposto per garantire la copertura dei costi del servizio. Ma anche in base all’approvazione dei commissari degli Ato (gli Ambiti territoriali ottimali). E che quei 54 centesimi al metro cubo pretesi per gli utenti siano troppi, è stato sancito il 17 ottobre scorso proprio dal commissario dell’Ato 2 Giuseppe Bruno. Questi infatti ha deliberato che per il triennio 2016-2019 il prezzo unitario a metro cubo dell’acqua praticato da Abc ai «subdistributori», a Gori e alla Regione Campania, debba essere di 33 centesimi al metro cubo: ben ventuno centesimi in meno del costo attuale.
Come finirà la guerra dell’acqua tra Abc e Gori? Difficile dirlo. Di certo se l’acquedotto napoletano si adeguerà alle prescrizioni e venderà acqua ai Comuni della provincia a tariffe più basse, dovrà in qualche modo rientrare della differenza. Chi pagherà? La domanda appare retorica.