Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Piano anti-ingorghi Il Comune: niente pedaggio in tangenziale
A giugno la rissa a Mergellina per motivi di viabilità. Auto accerchiata, poi il grido: uccidete lui e i bambini
La Galleria Laziale non riaprirà prima di un mese, il Comune studia soluzioni alternative per gli automobilisti. Le ipotesi: l’istituzione del doppio senso nel tunnel Quattro Giornate e la possibilità del pedaggio gratuito in tangenziale.
NAPOLI «Tiene la pistola, è una guardia, sparalo». «Uccidetelo!». «Ti devo uccidere i figli», e via con calci, pugni, colpi di casco. Quattro mesi dopo, un’ordinanza di custodia cautelare ricostruisce il brutale pestaggio subìto a Mergellina da un poliziotto, dalla moglie e dai loro due bambini: il gip Maria Luisa Miranda parla di «inusitata e inconcepibile violenza». L’ordinanza è stata notificata ieri agli otto responsabili dell’aggressione. Due sono in carcere, altri sei ai domiciliari; tra loro c’è Monica Amato, 29 anni, figlia di Rosaria Pagano in Amato, la donna boss degli scissionisti. L’inchiesta del pm Giancarlo Novelli, della sezione reati predatori coordinata dall’aggiunto Rosa Volpe, ha fatto luce su un episodio che turbò profondamente la città. L’unico aspetto positivo della vicenda è che stavolta i testimoni non si sono tirati indietro, dall’artista che era in auto con il poliziotto e la sua famiglia al titolare di uno chalet a un giovane operaio di passaggio.
All’una e mezzo di notte del 26 giugno scorso Luciano Iavarone, vice sovrintendente in servizio alla squadra mobile, sta facendo rientro a casa con moglie e figli dopo aver partecipato a un matrimonio. In auto c’è anche Domenico Pianese, un artista specializzato in ritratti, che al ricevimento era andato a piedi e ha accettato un passaggio a casa. In largo Sermoneta uno sciame di ciclomotori che procedono a passo d’uomo sta bloccando il traffico. Si è creata una lunga fila di auto e il vice sovrintendente azzarda un colpo di clacson. Tanto basta perché uno dei centauri esclami: «Ma dove vuole andare questo pezzo di m..., avete visto?». È l’inizio di una lunga aggressione nel corso della quale almeno otto persone si accaniscono contro il poliziotto, la moglie, i figli e la loro Opel Zafira. Iavarone viene rapinato del Rolex che indossa e percosso alla testa e al torace, mentre gli piovono addosso insulti e minacce di ogni genere e dal gruppo di scalmanati qualcuno spara con una pistola a salve. I bambini terrorizzati si chiudono in macchina, mentre gli aggressori, sempre a colpi di casco, provano a rompere i finestrini. I titolari degli chalet invitano i clienti a scappare perché non vengano coinvolti nella zuffa. Il vice sovrintendente si rende conto che usare la pistola d’ordinanza potrebbe essere pericoloso e prudentemente non lo fa. Il gruppo finalmente si allontana, il poliziotto e la moglie finiscono in ospedale, politraumatizzati. Il racconto dei testimoni e l’esame dei filmati delle telecamere consente agli uomini della squadra mobile, coordinati da Luigi Rinella, di identificare gli otto componenti del gruppo e di ricostruirne il ruolo. Maurizio Pomo, che ha sparato a salve e per primo si è scagliato contro il poliziotto, e Donato Belardo, l’energumeno che colpiva col casco e ha strappato il Rolex al vice sovrintendente, sono da ieri in carcere; Belardo è il compagno di Monica Amato (il cui marito è detenuto in regime di carcere duro) oltre a essere il figlio del compagno di sua madre. Ai domiciliari sono Monica Amato e Concetta Madonna, che «incitavano e esortavano azioni violente, anche proferendo sollecitazioni di morte», Davide Savarese, Roberto Gervasio, Giuseppe Pomo e Giovanni Tubelli, che hanno a loro volta picchiato il poliziotto e la moglie e si sono avventati contro i bambini chiusi nell’auto. «L’incredibile e inconcepibile violenza — scrive il gip — e la totale noncuranza di avere aggredito un intero nucleo familiare, compresi dei bambini, per banali motivi, lasciano desumere una non comune pulsione criminale che va ben al di là dei fatti contestati».
Pedigree Tra le persone finite ai domiciliari c’è la figlia di Rosaria Pagano, boss degli scissionisti