Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il consiglio di Sforza: «Pannelli luminosi per gli automobilisti»
Il prof di Ingegneria: avvisare serve a scoraggiare il caos
Chi è
Il professore Antonio Sforza è docente di «Ottimizzazion e su rete» alla facoltà di Ingegneria della Federico II. La materia studia i modelli matematici per migliorare le prestazioni dei trasporti. Esperto dei sistemi di traffico
Abitazione a piazza Mazzini e ufficio in via Claudio, nei pressi dello stadio San Paolo, presso la facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II, il professor Antonio Sforza il tragitto centro-Fuorigrotta lo percorre ogni giorno. Ma, da buon docente di «Ottimizzazione su rete», la materia che studia i modelli matematici per migliorare le prestazioni dei trasporti, lascia a casa l’auto e sceglie i mezzi pubblici: «Prendo la linea 2 della metropolitana, quella gestita dalle Ferrovie dello Stato, che trovo molto più affidabile, in quanto a tempi di attesa e stop improvvisi, rispetto a quella nuova».
La sua buona abitudine, però, non gli ha impedito di restare vittima del caos di questi giorni, legato alla chiusura della Galleria Laziale per caduta calcinacci e lavori di manutenzione. «In effetti domenica avevo sentito che c’erano stati problemi alla viabilità, ma poi lunedì mi è passato di mente. Così, nel pomeriggio, quando dalla facoltà ho chiamato un taxi per andare al Corso Vittorio Emanuele, lato Cumana, l’autista mi ha subito avvertito che avremmo dovuto allungare il percorso: siamo saliti per via Caravaggio, fino al Vomero, e poi siamo scesi per viale Maria Cristina di Savoia: ho pagato poco più di venti euro e tutto sommato, considerato il traffico che c’era mi è andata anche bene».
Professore, secondo lei cosa si sarebbe dovuto fare, e cosa ancora si può fare, visto che la chiusura del tunnel potrebbe durare anche un mese, per evitare i maxi ingorghi di questi giorni?
«La prima cosa che mi è venuta in mente, osservando il fatto che molti automobilisti venivano avvertiti del blocco solo una volta arrivati nei pressi della Galleria Laziale, è l’esigenza di un instradamento preventivo verso altri percorsi. So bene che le risorse sono limitate, ma un buon sistema, poco usato in Italia, sarebbe quello dei Variable message sign, i pannelli elettronici che segnalano disagi e modifiche alla viabilità, come quelli che abbiamo fissi sulla Tangenziale, per intenderci, installati però su mezzi mobili. Si potrebbero posizionare un paio di questi pannelli in zona piazzale Tecchio, ad esempio».
Una soluzione meno avveniristica? Il doppio senso di marcia nel tunnel gemello delle Quattro giornate le sembra una buona idea?
«Lo spazio c’è, e quella galleria ha già una storia di doppio senso: negli anni ‘80 le auto andavano da Mergellina a Fuorigrotta e i bus nel senso opposto. Oggi però il cantiere
della linea 6 che si trova a Piedigrotta crea una strettoia notevole. In quel tratto bisognerebbe necessariamente immaginare un senso unico alternato con un semaforo, dunque temo sarebbe impossibile evitare ingorghi».
Un mese non è poco.
«Vero, ma dopo alcuni giorni di disorientamento normalmente gli utenti si adattano sperimentando alternative. E io credo che l’opzione migliore sia sempre quella dei mezzi pubblici».
Che rischiano però di essere sovraffollati: in questi giorni la metropolitana è stata presa d’assalto.
«Sicuramente è necessario prevedere un’intensificazione delle corse della linea 2 della metropolitana, della Cumana e della Circumflegrea, visto che molte persone che attraversano ogni giorno Fuorigrotta per andare al centro vengono anche dai quartieri di Soccavo e Pianura. Con questi correttivi, forse, sarà possibile evitare il caos».
Credo che l’opzione migliore sia sempre quella dei mezzi pubblici Trasporti «Bisogna intensificare le corse della linea 2 della metro, della Cumana e della Circumflegrea