Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Agguato tra la folla Pregiudicato ucciso, ferito un innocente
Terrore davanti a un supermercato, aggredito un fotoreporter
I killer
sono arrivati in sella ad una moto di grossa cilindrata da via Comunale Maranda a Ponticelli e hanno fatto fuoco con una calibro 7,65. Cinque colpi di pistola tutti a segno, uno però ha colpito al gluteo un innocente, Fabio Tramontano, 33 anni, perito assicurativo.
NAPOLI Avevano preso appuntamento davanti al liceo scientifico Calamandrei di Ponticelli alle 16 in punto, prima che facesse notte. Ciro Nocerino, pregiudicato di 38 anni, è sceso dall’auto e ha fatto appena in tempo a salutare un perito assicurativo con il quale si era sentito telefonicamente pochi minuti prima. Poi l’inferno. I killer sono arrivati in sella ad una moto di grossa cilindrata da via Comunale Maranda e hanno fatto fuoco con una calibro 7,65. Cinque colpi di pistola tutti a segno mentre uno ha colpito al gluteo un innocente, Fabio Tramontano, 33 anni, che si è trovato in un lago di sangue. Incensurato, innocente che davanti agli occhi ha visto una scena che non dimenticherà mai più. Il cliente con il quale aveva l’appuntamento per la perizia tecnica sulla sua auto incidentata era riverso al suolo agonizzante, con il volto deformato dai colpi di pistola, mentre lui era a terra schiacciato da un dolore lancinante alla coscia e alla schiena. La camorra ha ucciso chi voleva uccidere, ma ancora una volta ha fallito coinvolgendo una persona che solo per miracolo non ha avuto conseguenze più gravi del previsto. Soccorso da alcuni passanti è stato trasportato all’ospedale Loreto Mare dove gli hanno estratto la pallottola che non gli ha provocato altri danni se non quelli dovuti al perforamento dei muscoli e della cute: pochi centimetri più in alto e sarebbe rimasto paralizzato. Nessuna speranza invece per Nocerino che è morto accanto alla sua auto e ancora una volta la rabbia si è riversata contro gli operatori dell’informazione. Uno dei familiari della vittima ha sferrato un pugno in pieno volto ad un fotoreporter. Tantissimi i possibili testimoni, perché vicino al luogo dell’agguato ci sono un’autorimessa e un supermercato, ma quando gli agenti del vicino commissariato e quelli della Squadra Mobile di Napoli hanno provato a fare domande non hanno trovato nessuno che potesse almeno aiutare a capire la direzione di fuga dello scooter. L’omertà a Ponticelli regna sovrana dettata dalla paura di ritorsioni che arrivano dai «soldati» del clan che domina su tutti gli affari criminali della zona.
Si tratta dei De Mi cc o, il gruppo dei tatuati, picchiatori di professione prima che killer spietati. Da loro sarebbe arrivato il mandato dell’agguato contro Nocerino. I «Bodò», così come sono soprannominati i De Micco, per i tatuaggi con questa frase che tutti gli affiliati hanno sul corpo, hanno deciso di ammazzarlo perché Nocerino aveva deciso di allontanarsi dal gruppo dopo alcuni mesi di militanza, uscire dalla malavita e forse cambiare definitivamente vita (o clan).
Punito per dare un esempio a tutti gli altri affiliati: chi entra a far parte del clan non può più uscirne se non da morto. La violenza del gruppo si è manifestata anche nelle ultime settimane con una serie di violenti pestaggi ai danni di ambulanti e pusher della zona. Dai De Micco arrivò anche l’ordine di ammazzare l’11 ottobre del 2015 Nunzia D’Amico.
Indagini A cercare di fare luce sull’ accaduto è la squadra mobile Omertà Sul luogo del delitto molti testimoni ma nessuno ha visto