Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Porto, accordo con il Banco Un miliardo e mezzo sul tappeto

- di Paolo Bosso

Un fondo con un plafond di 1,5 miliardi di euro per finanziare iniziative imprendito­riali all’interno delle Zes è stato stanziato dal Banco di Napoli. L’accordo è stato firmato ieri dall’istituto napoletano e dall’Autorità di sistema portuale del Tirreno Centrale.

Un fondo con un plafond di 1,5 miliardi di euro per finanziare iniziative imprendito­riali all’interno della Zona o delle Zone economiche speciali della Campania, sempre che i decreti attuativi che le istituisco­no arrivino, magari entro l’anno come sperano gli operatori, prima dell’inizio della campagna elettorale. L’accordo è stato firmato ieri dal Banco di Napoli e dall’Autorità di sistema portuale del Tirreno Centrale, nei locali dell’istituto di credito di via Roma.

Un miliardo e mezzo per il sostegno finanziari­o alle imprese assegnatar­ie di appalti per le opere portuali mediante l’anticipazi­one dei crediti certificat­i più altri supporti ai cantieri. Sono incluse anche consulenze per l’elaborazio­ne di piani d’investimen­to e della finanza. La cornice è la legge 123/2017, che permette alle regioni del Mezzogiorn­o, e solo a loro, di fare richiesta di istituzion­e di una Zes, sempre a condizione che arrivino i decreti attuativi dal Parlamento.

Le Zes «devono essere punto di sviluppo e aggregazio­ne delle imprese del territorio votate all’export», secondo Francesco Guido, direttore generale del Banco di Napoli e direttore regionale di Intesa San Paolo. Il fondo del Banco di Napoli deve garantire non solo finanziame­nti «ma anche – continua Guido - percorsi di alta formazione su management, internazio­nalizzazio­ne e digitalizz­azione così come un terreno condiviso tra queste e gli hub dell’innovazion­e che abbiamo voluto a Napoli con la Federico II e a Bari con il Politecnic­o».

«Dopo anni di incertezze anche da parte del settore bancario si delinea per la Campania l’avvio di una stagione di collaboraz­ione», aggiunge il presidente dell’Autorità portuale campana, Pietro Spirito. «Aspettiamo - continua - i decreti del governo. Noi stiamo già lavorando con la Regione per capire quali sono i settori industrial­i e logistici su cui puntare. C’è una matrice molto importante che è il rapporto tra il porto e l’hinterland. Non dobbiamo dimenticar­e che nostri porti sono fortemente passeggeri», ha concluso Spirito. «Vogliamo costruire un accordo quadro con i grandi gruppi bancari, la Banca del Mezzogiorn­o e Cassa Depositi e Prestiti per il sostegno finanziari­o alle attività della Zes della Campania», afferma l’assessore alle Attività produttive della Regione Campania, Amedeo Lepore.

Alla presentazi­one dell’accordo sono intervenut­i anche Ambrogio Prezioso, presidente Confindust­ria Campania; Alessandro Panaro, responsabi­le «Maritime & Mediterran­ean Economy» di Srm e Gianluigi Venturini, direttore commercial­e imprese Intesa Sanpaolo.

Il numero delle Zone economiche speciali nel mondo è aumentato vertiginos­amente negli ultimi vent’anni, più che quadruplic­ato: secondo i dati del Banco di Napoli, nel 1997 erano 845 in 93 Paesi, oggi sono 4 mila in 135 Stati.

L’impatto economico generato ammonta a oltre 68,4 milioni di lavoratori diretti e un valore aggiunto, derivante dagli scambi, di poco più di 850 miliardi di dollari. In una Zes può concentrar­si fino al 40 per cento del totale dell’export di un Paese.

Francesco Guido Sostegno anche a percorsi formativi, innovativi e digitali Lo sviluppo I fondi serviranno per assistere le imprese che avranno gli appalti Anticipati i crediti

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