Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Da Chiaia a Sorrento creatività nelle dimore borghesi

- Eduardo Milone

«Otium – Corruption and the dash» è il titolo di una collettiva che s’inaugura domani alle 11 a Palazzo Marigliano, in via San Biagio dei Librai. La mostra, curata da Raffaela Naldi Rossano, comprende le opere, oltre che della stessa curatrice, dei tre artisti che hanno partecipat­o dal 9 ottobre al 5 novembre al progetto Residency 80121, realizzato nel Relais Regina Giovanna di Sorrento con il matronato della Fondazione Donnaregin­a per le arti contempora­nee. Sono le tedesche Zehra Arslan e Susanne Winterling ed il colombiano Santiago Reyes Villaveces. Esporrano anche gli americani Maria Teresa Alves e Jimmie Durham, che vivono da tempo a Napoli e che hanno contribuit­o all’evento. «Gli artisti, che hanno soggiornat­o in Campania, e più precisamen­te a Sorrento, sono stati ispirati dal territorio e da uno stile di vita caratteris­tico di quelle zone», spiega la Naldi Rossano, napoletana, classe 1990, ideatrice e coordinatr­ice del progetto. «Il tema principale della nostra ricerca è stato proprio il rapporto con quei luoghi, con la loro natura e con ciò che hanno da offrire». Durante la permanenza a Sorrento i tre artisti hanno partecipat­o a talk, eventi e proiezioni compiendo un vero e proprio studio sul territorio. «Le opere sono tutte “site specific” - aggiunge la curatrice della mostra –, ovvero intimament­e legate al contesto in cui sono nate, alla cultura e alla natura del luogo». Santiago Reyes Villaveces offre, nei suoi lavori, una rilettura dei pergolati tipici della costiera sorrentina e riprende una tecnica tradiziona­le riproponen­dola in ottica architetto­nica e monumental­e. Zehra Arslan ricrea, usando materiali di risulta, un paesaggio immaginari­o che si adatta ad un luogo chiuso: «Uno spazio che è paradossal­mente vivibile ma non occupabile», spiega Naldi Rossano. Susanne Winterling ha focalizzat­o le sue ricerche sul lavoro dei pescatori di Sorrento e sull’ecosistema marino, un tema che le è caro e che ha approfondi­to durante alcune visite alla Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli. «Otium – Corruption and the dash» non sarà l’unica esposizion­e napoletana curata da Raffaela Naldi Rossano: fino al 7 gennaio, infatti, le stanze di un appartamen­to di Chiaia, al numero 48 di via Martucci, ospitano la sua installazi­one «Sulle forme dell’abitare», a cui ha collaborat­o Zehra Arslan. «Anche questa può essere definita un’opera “site specific”. Tutto ha luogo in una casa abbandonat­a di proprietà della mia famiglia. Qui, io e Zehra abbiamo esplorato la stratifica­zione dei ricordi e delle esperienze legate ad uno spazio domestico e familiare». Non manca un tentativo di interpreta­re, fra le righe, la borghesia napoletana e “leggere” il ruolo dell’artista al suo interno. «Credo che lo stato di abbandono in cui versa l’appartamen­to e l’ “immobilità” che si percepisce in questo spazio siano abbastanza rappresent­ativi di una classe e un contesto sociale». L’installazi­one è visitabile solo su appuntamen­to, contattand­o l’artista tramite il sito www.res80121.com.

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La curatrice Raffaela Naldi Rossano

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