Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ecco i fratelli Cannavale, produttori per amore
La Run va a gonfie vele, come la collaborazione con Siani
Non solo Giuliano e Di Vaio. A Napoli, tra i produttori cinematografici napoletani emergenti e di successo un «posto al sole» è occupato dai fratelli Alessandro e Andrea Cannavale, fondatori della Run Comunicazione, che dominano ormai il segmento medio-alto e giovanile.
Figli d’arte (il papà era l’attore Enzo Cannavale, a teatro anche con Eduardo e impegnato come caratterista in vari film della seconda epoca d’oro, quella delle commedie degli anni ‘70, approdando poi pure alla corte di Tornatore) i due fratelli hanno cominciato la loro carriera come pierre, organizzando serate e feste a tema. Poi la folgorazione per il cinema, del resto con quel padre, non mancavano della cultura, delle amicizie e degli affetti necessari per la nuova avventura.
Da oggi è nelle sale «Il Vangelo secondo Mattei», film duro e tagliente, da loro prodotto, diretto da Antonio Andrisani e Pascal Zullino, sulla questione dell’estrazione del petrolio in Basilicata. Un film che rimanda a Pasolini e al cinema d’inchiesta alla Petri interpretato da Flavio Bucci.
In questi giorni poi sono iniziate anche le riprese di «San Valentino Stories», sempre prodotto dalla Run, scritto da Alessandro Siani e diretto da tre giovanissimi registi, Antonio Guerriero, Emanuele Palamara e Gennaro Scarpato. La pellicola sarà nelle sale il prossimo 14 febbraio, proprio nel giorno di San Valentino. Si tratta di un film a episodi che conferma un’intesa sempre più stretta tra la casa di produzione dei fratelli Cannavale e Siani e la Cattleya di Riccardo Tozzi, con i quali collaborano, ufficialmente già da tempo, come accadde lo scorso anno per la commedia (con risvolti sociali) «Troppo napoletano», tratta dal libro del comico napoletano e diretta da Gianluca Ansanelli.
Seppure il marchio di riconoscimento della Run sembra essere quello dei film diverten- ti, a basso costo e con una spiccata attenzione alle vicende ambientate a Napoli, come testimoniano il divertente «Ci devo pensare» di e con Francesco Albanese e successivamente il bel film a episodi «Vieni a vivere a Napoli», diretto da Guido Lombardi, Francesco Prisco ed Eduardo De Angelis (che scopre ancora un interesse per il coté sociale), non va dimenticato che la prima produzione dei Cannavale fu quella di un film autoriale e d’atmosfera: «Nottetempo», interpretato da Giorgio Pasotti e Gianfelice Imparato, del 2014, diretto dal giovane regista Francesco Prisco.
Gli eclettici fratelli Cannavale meritano un plauso, non solo per aver rilanciato il Cinema Posillipo (in particolare la sala la vecchia e poetica sala dove un tempo si andava a vedere i film «di seconda visione» dotati di coperta e cappellino), ma anche per aver fondato La Ribalta, scuola di teatro (altro amore di famiglia), con sede al Parco Margherita, spazio che qualche mese fa ospitò la rassegna «Le spalle di Totò».
Poteva bastare? No. L’ultima iniziativa da veri innamorati della cultura, nella stessa sede di Chiaia è l’evocativa Libreria del cinema e del teatro, che i Cannavale hanno messo su partendo dalla (completissima) biblioteca di papà Enzo.