Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Pd, si allarga il fronte del ricorso alla giustizia
Oddati invita nuovamente i circoli a non votare
Nicola Oddati consegna in Tribunale il ricorso sul congresso provinciale del Pd che si è celebrato domenica scorsa e proseguirà oggi. Secondo i consiglieri regionali Enza Amato, Antonella Ciaramella, Gianluca Daniele, Bruna Fiola e Antonio Marciano, i parlamentari Leonardo Impegno e Valeria Valente e l’eurodeputato Andrea Cozzolino si tratta di «un atto forte ma necessario».
NAPOLI «Resto nel Pd e continuo la mia battaglia all’interno di un partito nel quale milito da una vita. Io ho preso la mia prima tessera della Federazione italiana giovani comunisti nel 1979 ed era firmata da Massimo D’Alema. Mi sono iscritto al partito comunista per la prima volta nel 1983 e da allora sono stato sempre tesserato. Nel Pds, con i Ds ed ora con il Pd». Nicola Oddati rivendica la sua appartenenza nel giorno della rottura più forte e lacerante. Quello nel quale consegna in Tribunale un ricorso, preparato dall’avvocato Riccardo Marone, contro il congresso provinciale del Pd che si è celebrato domenica scorsa e proseguirà oggi. Atto firmato anche da Nicola Corrado, Barbato (per la tensione accusa un malore), Enzo Perrotta. Ricorso d’urgenza, ex articolo 700, nel quale sono ribadite le contestazioni che avevano indotto sette giorni fa l’ex assessore della giunta Iervolino a chiedere un rinvio del voto: la presenza di dati incompleti nella platea degli iscritti 2016 e la non ammissione alle urne dei 4500 tesserati nel 2017, giustificata peraltro dalla segreteria provinciale con la circostanza che quei nominativi non erano stati ancora vagliati e certificati. Ieri, però, più che per spiegare i particolari della battaglia legale, Oddati raduna i suoi all’ex Lanificio, nei pressi di Castel Capuano, per dire che non va via, nonostante il ricorso. Parla in piedi da dietro un banchetto, con il microfono in mano, come se si trovasse in una di quelle assemblee nei circoli che erano care al vecchio Pci e che il Pd ha dimenticato da tempo. Al suo fianco Antonio Marciano, consigliere regionale, che con Oddati condivide i trascorsi di fedelissimo dell’allora governatore Antonio Bassolino. In sala fanno capolino Valeria Valente, la parlamentare che ha sfidato invano de Magistris alle comunali; Antonio Borriello, un paio di anni fa coinvolto nella controversa vicenda del voto ricompensato con un euro durante le primarie di qualche anno fa; l’ex sindacalista dei vigili urbani Salvatore Guerriero, il consigliere regionale Enza Amato. Tra i firmatari, quest’ultima, di un comunicato a sostegno di Oddati che ha mobilitato pure l’eurodeputato Andrea Cozzolino,Valente, Leonardo Impegno, Antonella Ciaramella, Gianluca Daniele, Marciano e Bruna Fiola che appoggiano il ricorso al tribunale. In platea ascoltano anziani militanti, pochi giovani ed i segretari dei circoli, soprattutto napoletani, che, nella singolar tenzone tra Oddati e Venanzio Carpentieri, il segretario provinciale, si sono schierati con il primo. Luisa Menniti, per esempio, che coordina la sezione di San Ferdinando. «Non è questione dice - di stare con Nicola, ma di volere bene ad un partito che non può essere ucciso da chi viola le regole». Oddati parla per circa un’ora. Ironizza sul «congresso a rate», quello che oggi dovrebbe completarsi con il voto nei circoli che sono rimasti chiusi domenica scorsa. È, insomma, una frattura sempre più profonda quella che spacca il Pd. Oggi, comunque, secondo round con le urne. Oddati ribadisce l’invito ai circoli di non votare. Per la cronaca gli altri due candidati sono Massimo Costa (che ha tra i suoi grandi elettori il consigliere regionale Mario Casillo e l’ex sindaco di Villaricca Lello Topo), ed il giovane Tommaso Ederoclite. Quale che sia l’esito del voto, i veleni sono garantiti.