Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Per fortuna torna il campionato
Dopo l’orribile doppio confronto con la Svezia, e a parziale risarcimento per il triste spettacolo che il calcio italiano ha offerto di sé, ecco tornare per fortuna il campionato. Onestamente non sapremmo dire quanto ci metteremo tutti a dimenticare quello che abbiamo dovuto subire. Non aiuterà la permanenza sulla sedia di presidente dell’ineffabile Tavecchio, figlio di un sistema che non vuole comprendere che se non sarà capace di rinnovarsi in fretta non avrà alcun futuro. È lui che, forse nella finalità di risparmiare e comunque nella presuntuosa convinzione che alla fine al mondiale ci saremmo andati comunque, ha ritenuto che un commissario tecnico di quasi settant’anni, che peraltro in carriera ha riscosso come miglior risultato un sesto posto in campionato, potesse cavalcare la tigre di un gruppo che tanto aveva vinto e che tanto carisma ha da decidere di fatto la formazione, malgrado il selezionatore.
È lui che, dopo aver inanellato una serie incredibile di gaffes e di scelte sbagliate (ricordiamo la depenalizzazione dei cori di discriminazione territoriale), non è riuscito nemmeno ad ottenere le onorevoli dimissioni del suddetto tecnico, che costerà al sistema calcio un altro milione di euro fino a fine mandato. È lui che adesso, con le braghe in mano e senza vergogna, dovrà andare a supplicare Ancelotti o chi per lui di raccogliere le macerie.
Ma appunto ricomincia il campionato, e possiamo distrarci. Ricomincia col botto, perché il gruppo di testa, quello che sembra configurarsi come il lotto tra cui uscirà il prossimo campione, ha una serie di interessantissimi incroci che forse potrebbero causare sorprese. Il derby di Roma, certamente. Ma anche la visita della Juventus nella Genova sampdoriana, che finora non ha mollato molti punti a Marassi, e l’Inter che ospita un’Atalanta sempre assai difficile da decifrare.
Il Napoli, nel frattempo, incontra il Milan. Diciamo subito che secondo noi si tratta di una partita tutt’altro che facile, e forse la sosta che ha consentito a Sarri di mettere Mario Rui in condizione migliore ha anche aiutato Montella a ritrovare un pezzo di morale che poteva non avere quindici giorni fa. I rossoneri, si sa, hanno contenuti tecnici importanti e ambizioni di ben altra portata rispetto all’attuale classifica. I titoli e le parole che vengono da Milanello comprendono ancora un’ipotesi di zona Champions, e la necessità finanziaria di arrivare, con le unghie e coi denti, all’obiettivo. Mertens e compagni dovranno perciò fronteggiare una determinazione primaria a non perdere dei milanisti.
Che Napoli sarà, quello che proverà a riprendere la corsa dopo il mezzo stop di Verona? Certamente non un Napoli che esce dallo snervante e frustrante confronto col City, tanto per cominciare. Un Napoli che in molti importanti elementi ha perso l’obiettivo mondiale, e pensiamo a Insigne e Jorginho, ma anche a Chiriches e Hamsik, per esempio. Un Napoli che quindi guarda al campionato con rinnovata rabbia, e con grandi speranze.
Un Napoli che salvo errore è primo in classifica ed è imbattuto, che vede la fine del maledetto novembre, da sempre mese terribile per chi ha giocato i preliminari e che quindi in questo periodo perde brillantezza. Ma anche il Milan li ha giocati, i preliminari: e quindi sotto questo aspetto il male è comune.
La differenza, al solito, dovrà farla il San Paolo. Un passo alla volta, poi penseremo allo Shaktar e alle residue speranze di qualificazione. Ora c’è da battere il Milan. E da batterlo bene, perché magari qualcuna delle altre inciampa. E noi, dopo la batosta svedese, abbiamo bisogno di sorridere.