Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ammanco alla Sma, delibera di cda Via al recupero delle somme sottratte
Primi provvedimenti nei confronti dei 4 indagati da parte della società della Regione
NAPOLI Caso Sma: mentre la magistratura ordinaria e quella contabile esaminano i documenti acquisiti nelle scorse settimane dalla Guardia di Finanza, il consiglio di amministrazione si avvia a chiedere i danni ai quattro indagati. La questione era al secondo punto dell’ordine del giorno della riunione dell’8 novembre: «Il consiglio di amministrazione, congiuntamente al collegio sindacale — si legge nella delibera — preso atto dei verbali della Guardia di Finanza, delibera di richiedere apposito parere in merito alle eventuali azioni da intraprendere nei confronti dei destinatari degli avvisi di garanzia incaricando un legale di fiducia».
Il consiglio di amministrazione, inoltre, si è finalmente accorto che dalle casse è sparito un mucchio di soldi, prelevato con le carte di credito prepagate (infatti l’accusa ipotizzata dal pm Sergio Amato nei confronti dei quattro dirigenti è quella di peculato). Dunque, corre ai ripari: dal momento che «risultano spese ad oggi non ancora rendicontate» e considerato che uno degli indagati, «cui l’utilizzo delle carte prepagate era affidato, non risulta aver fornito alcuna giustificazione rispetto alle spese residue da rendicontare e, più volte convocato, si è reso assente, il consiglio di amministrazione delibera di dare mandato ad un legale di fiducia affinché vengano recuperate le suddette somme non giustificate e tutto quanto dovesse eventualmente emergere nel corso di successive verifiche».
L’inchiesta sul pauroso ammanco alla Sma, la società in house della Regione che si occupa di incendi e più in generale di ambiente, promette di arrivare lontano. Avviata dopo una segnalazione dell’Autorità anticorruzione, è stata assegnata alla sezione reati contro la pubblica amministrazione, coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. Ha consentito di fare luce sul modo in cui almeno quattro dirigenti si impadronivano di enormi somme di denaro (secondo i primi calcoli si tratterebbe di centinaia di migliaia di euro) senza che nessuno controllasse e intervenisse per bloccarli. Ma dalle indagini, delegate al nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, potrebbero emergere ulteriori gravi irregolarità. Le fiamme gialle stanno analizzando i documenti acquisiti in diverse sedi della Sma tra Napoli e provincia, quindi consegneranno al magistrato un’informativa con le loro conclusioni.
Parallelamente, così come prevede un protocollo d’intesa firmato alcuni anni fa, il materiale investigativo è stato riversato anche alla Procura presso la Corte dei conti, che potrebbe, al termine dell’attività istruttoria, chiedere il sequestro delle somme indebitamente percepite dagli indagati: per questo alla Sma c’è molta agitazione. La delibera del consiglio di amministrazione della società potrebbe anche essere letta in quest’ottica: un modo di correre ai ripari e di evitare di incappare nella Procura contabile, mettendo finalmente da parte l’inerzia, quando ormai la visita della Guardia di Finanza ha confermato a tutti che è stato commesso un reato grave.
Il protocollo La Corte dei conti potrebbe sequestrare le somme prelevate indebitamente