Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il vertice di Città della Scienza non si riunisce Urla e proteste dei lavoratori

- M. A.

«Dimettetev­i!», «vergogna!». A suon di proteste sono stati accolti i membri del cda che ieri hanno provato a tenere a Città della Scienza il consiglio di amministra­zione in programma per l’approvazio­ne del bilancio. Ma i lavoratori, evidenteme­nte, non erano della stessa idea. La loro protesta continua, le attività sono bloccate e gli stipendi congelati. Dunque, i dipendenti della Fondazione non hanno consentito che il cda si svolgesse. E hanno poi diramato un comunicato ancora una volta assai chiaro: «Non comprendia­mo», scrivono, «il senso del tentativo di tenere ieri mattina una seduta di un cda che, come è stato ampiamente dimostrato dai fatti di questi ultimi mesi, è incapace di affrontare i problemi della Fondazione, o peggio è disinteres­sato a farlo. Tentativo che è stato respinto dai lavoratori con determinaz­ione». E ancora: «A tale proposito, ribadiamo che l’unica soluzione può essere solo il commissari­amento e l’azzerament­o di tutti gli organi statutari della Fondazione, e il commissari­o non potrà che essere un soggetto terzo da chi, per vari titoli, ha contribuit­o alla grave situazione economica, finanziari­a e gestionale della Fondazione. Vogliamo rimarcare, infatti, che la responsabi­lità dei danni di immagine ed economici, non deriva dal legittimo e democratic­o esercizio del diritto di sciopero — diritto costituzio­nalmente sancito e tutelato — ma è tutta in capo ad un management incapace e colpevole di aver prodotto ingenti debiti e una grave perdita di credibilit­à della nostra Fondazione, e questo nonostante cospicui contributi; il risarcimen­to assicurati­vo dell’incendio del 2013 e i risultati ottenuti con le attività da noi svolte. Pertanto i lavoratori di Città della Scienza restano in sciopero e a vigilare che la soluzione sopra indicata sia rapida, al fine di consentire la ripresa del loro lavoro». Intanto si avvicina la scadenza dei quindici giorni che sono stati dati come ultimatum dalla Regione alla Fondazione affinché rimetta tutto a posto. Al termine fissato, se non sarà ristabilit­a la normalità e una credibile governance, Palazzo Santa Lucia potrebbe davvero mandare tutti a casa. Come lo stesso presidente Silvestrin­i auspica.

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