Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Sito di compostaggio e raccolta rifiuti, due bandi dell’Asìa
NAPOLI C’è una svolta nella lunga e tormentata vicenda della realizzazione di un sito di compostaggio nella città di Napoli. Di un impianto, vale a dire, dove gli scarti alimentari e gli sfalci di potatura recuperati tramite la raccolta differenziata possano essere trasformati in compost e fertilizzante. E’ stato pubblicato nei giorni scorsi il bando da parte di Asia Napoli per affidare la progettazione esecutiva e la costruzione della struttura, che sorgerà a Napoli est, in particolare nella zona del depuratore, su suoli di proprietà della Regione Campania che Palazzo Santa Lucia ha trasferito a Palazzo San Giacomo. La gara di appalto per l’impianto vale 945.370 euro. Le domande possono essere inoltrate fino al 12 dicembre. Lo stabilimento sarà in grado di trattare fino a 40.000 tonnellate annue di umido e potrà essere utilizzato anche per ricavare biometano a valle del processo di trasformazione degli scarti alimentari in fertilizzante.
È questa una questione che si trascina da anni. Le ipotesi, ad oggi, si sono scontrate con dinieghi dei residenti delle aree prescelte, inadeguatezze delle cordate imprenditoriali che si erano proposte ed incertezze dell’amministrazione comunale. Nel frattempo Asia ha continuato a dilapidare milioni di euro ogni anno, per inviare l’umido in impianti di trattamento fuori dalla Regione, al costo di oltre 150 euro a tonnellata. In attesa di capire chi si proporrà per il compost, Asia cerca anche privati disponibili ad effettuare la raccolta dei rifiuti in città. C’è, infatti, una gara da oltre un milione e 700.00 euro per il nolo a caldo, cioè con autista, di mezzi. Appalto di un anno. Il ricorso ai privati era la regola fino ad una decina di anni fa. La giunta de Magistris aveva poi annunciato che quella storia era chiusa e la raccolta sarebbe stata effettuata direttamente dalla società controllata da Palazzo San Giacomo. Obiettivo condivisibile, anche alla luce dei troppi scandali, ultimo quello di Enerambiente, ma sempre più spesso disatteso negli ultimi tre o quattro anni. Il punto, infatti, è che Asia ha perso un bel po’ di dipendenti e che l’ età media è molto elevata.