Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Franceschi­ni: Pompei al Madre è la mostra più importante dell’anno

De Luca: scambi con musei stranieri. Osanna: opere mai viste prima

- Di Natascia Festa

NAPOLI Scatta foto con il suo cellulare, si sofferma su ogni reperto che dialoga con le opere contempora­nee, interroga i curatori sulle scelte. Quindi, con convinzion­e, il ministro Dario Franceschi­ni dà il viatico a Pompei@Madre. Materia Archeologi­ca che ha inaugurato ieri al Museo di via Settembrin­i: «È la mostra più importante dell’anno in Italia, un esempio virtuoso di collaboraz­ione tra istituzion­i che mette assieme Pompei e il Madre, l’antico con il contempora­neo. E lo dico con la consapevol­ezza che qualcuno si sentirà offeso». Gli fanno da ciceroni eccellenti Massimo Osanna, direttore generale del Parco Archeologi­co di Pompei, Andrea Viliani che guida il Madre (curatori) e il presidente della Fondazione Donnaregin­a Pierpaolo Forte. Con loro Luigi Gallo, responsabi­le del coordiname­nto della sezione moderna «per la quale, gran parte delle opere, proviene dal museo di Capodimont­e» ha ricordato il suo direttore Sylvain Bellenger.

Il presidente della Regione Vincenzo De Luca, altro protagonis­ta istituzion­ale della mostra, ha rilanciato. «Se per un ministro sta dando un impulso straordina­rio ai beni culturali questa è la mostra più importante d’Italia, allora la Campania è la terra dei primati. Li potenziere­mo con una politica di scambi con i musei di tutto il mondo per garantire esposizion­i di assoluto livello senza spendere ma prestando nostre opere. Come stiamo cercando di fare con Amsterdam per avere i cieli stellati di Van Gogh».

Antonio Bottiglier­i, presidente di Scabec, la società in house della Regione che ha realizzato la mostra ideando anche un’Artecard ad hoc (dura due giorni e consentirà con visite agli Scavi di Pompei e al Madre) ha consegnato primo ticket integrato lo proprio al ministro. «Non è secondario — ha commentato Franceschi­ni — che questa mostra sia frutto di una sinergia tutta pubblica, “repubblica­na” come dice Forte, perché mette insieme vari pezzi dello Stato».

Non si tratta solo di innesti archeologi­ci nel museo ma, ha spiegato Viliani «di un’ideale trasformaz­ione delle sale in una domus contempora­nea». Così l’ingresso già ridisegnat­o da Daniel Buren diventa un atrium con un’antica porta estratta dai depositi e mai esposta, come la quasi totalità dei reperti selezionat­i «perché — ha precisato Osanna — lo scopo è anche questo, estrarre e rendere fruibili mosaici, bronzi deformati dall’eruzione o dal bombardame­nto della seconda guerra mondiale, pavimenti appena restaurati come quello della Casa del Bracciale d’oro: tutto materiale mai visto o esposto solo all’estero».

Risalendo al primo piano, le sale site-specific esaltano la contaminaz­ione dialogante tra antico e contempora­neo: la stanza di Francesco Clemente diventa fulcro con tablinum e triclinium, ambiente di rappresent­anza del dominus, mentre l’Ancora di Kounellis si specchia in un mosaico (mai visto prima) con creature marine; nella stanza di Mimmo Paladino si ritrova la sospension­e onirica del cubiculum con il calco di padre e figlio che la scultura dell’artista sannita sembra piangere ancora.

«Le sale sono una più spettacola­re dell’altra — ha continuato Franceschi­ni — e testimonia­no che è questa la strada da percorrere in tutto il Paese, facendo ammenda di un grave errore del passato quando si riteneva che la tutela dell’immenso patrimonio già esistente fosse troppo assorbente per investire nel contempora­neo. Al ministero abbiamo già invertito la rotta e il dialogo tra gli oggetti pompeiani, le collezioni del Madre e le tante opere prestate da altri musei testimonia che quest’idea è fertile e va sviluppata. Anzi, suggerisco di percorrere anche l’iter inverso, portando l’arte contempora­nea agli Scavi. Siamo sulla buona strada, dobbiamo continuare a investire per far crescere Napoli e il Paese intero».

L’esposizion­e — in parte fino al 30 aprile, in parte fino a settembre 2018 — prosegue al terzo piano con il racconto delle eruzioni e altri dialoghi inediti. Colpiscono due grandi vasche colme di frammenti di «materia archeologi­ca», pezzi di colonne e vasi che saranno il punto di partenza per nuove opere di artisti grazie a un progetto che ha appena vinto un bando del Mibact.

Tra i primi visitatori c’erano Paolo Giulierini, direttore del Mann, e Antonio Bassolino, «padre» del Madre, con la moglie e parlamenta­re Annamaria Carloni. Antichi e nuovi dialoghi, appunto.

Bellezza Sale una più bella delle altre proprio per il valore di ciò che è stato esposto

Oggetti Bracciali d’oro, mosaici interi, Bronzi appena restaurati dopo l’eruzione del 79 d.C.

 ??  ?? Intesa Il ministro Franceschi­ni e il professor Osanna sovrintend­ente a Pompei mentre presentano la mostra
Intesa Il ministro Franceschi­ni e il professor Osanna sovrintend­ente a Pompei mentre presentano la mostra

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy