Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Orgoglio e rivendicazioni A Napoli le trans in corteo
Daniela Lourdes Falanga sfila innalzando un cartello, «orgoglio trans», che racconta in due parole la sua vita coraggiosa. Prima dell’operazione si chiamava Raffaele ed era figlio di un camorrista. Cresciuta in una cultura intessuta di violenza e machismo, ha deciso di essere sé stessa ed ha rotto con la famiglia. «Ora sono finalmente serena - racconta - ed ho anche ricucito il rapporto con mamma. Con mio padre no». Quella di Daniela è una delle voci delle partecipanti - circa 200 - alla Trans Freedom March promossa quest’anno a Napoli dall’associazione Sunderam Onlus Identità Transgender di Torino. Partono da Piazza Dante, attraversano via Toledo affollata dai forzati dello shopping del sabato pomeriggio ed arrivano in Piazza Municipio, dove la manifestazione si conclude con un concerto. Chiedono rispetto e denunciano che ancora troppo spesso sono vittime di discriminazioni, pregiudizi o, peggio, violenze. «Nel 2016 quantifica l’avvocatessa Ileana Capurro, presidente dell’associazione nazionale transessuali - si sono consumati a Napoli e provincia 3 dei 7 omicidi che hanno avuto come vittime in Italia i transessuali». Marciano preceduti dalle ragazze e dai ragazzi della Banda Baleno e raccontano che il destino della prostituzione non è certo una scelta o un epilogo naturale per chi cambia sesso. «Se ancora tanti transessuali finiscono sulla strada - sottolinea Capurro - dipende dalla circostanza che sono cacciati dalle famiglie, respinti dal modo del lavoro, ghettizzati». Sono benvenute, dunque, iniziative come il consultorio che si rivolge ad adolescenti ed adulti transessuali attivato al Policlinico della Federico II. «Seguiamo - racconta il professore Paolo Valerio, psicologo - circa 250 persone all’anno. In città offriamo un approdo importante per chi vive le difficoltà e le incomprensioni legate alla ricerca di una nuova identità sessuale».