Corriere del Mezzogiorno (Campania)
L’Aglianico di Mila Vuolo: un unicum nato a Salerno
Questo rosso di territorio è l’ennesima dimostrazione della poliedrica espressività dell’aglianico. Il vino di Mila Vuolo, prodotto esclusivamente con le uve della vigna di proprietà nella frazione Rufoli nel comune di Salerno, presenta infatti sfumature e accenti talmente peculiari da apparire come un vero e proprio unicum nel panorama enologico regionale. Vino con la maiuscola, non solo perché lo scrivo dopo il punto, in attacco del nuovo del periodo, esprime il rifiuto dell’omologazione: è il frutto sempre diverso di millesimi diversi e irripetibili, muta nel bicchiere col passare dei minuti, e, naturalmente muta in bottiglia col passare degli anni, assumendo connotazioni originali e inedite. Affronto il millennio 2013, immesso in commercio da pochi giorni. Vino apparentemente più sottile dell’immediato predecessore, dà l’impressione di essere destinato a una lunga galoppata nel futuro. Il colore è rubino leggermente più scarico del consueto. Limpido, anche la concentrazione è inferiore a quella riscontrabile in altre annate, tuttavia, gli archetti lasciati dalla rotazione sulla parete interna del calice ricordano che ci troviamo di fronte pur sempre a un cavallo di razza. Molto insinuanti ed eleganti i profumi. Colgo nell’ordine: la violetta appassita, poi affiancata dall’amarena, dal cardamomo, altre spezie. Acquista fascino grazie alle pronunciate quanto precoci note di goudron (catrame). In bocca è alla ricerca di equilibrio che già dimostra di poter raggiungere nel giro mdi pochi mesi. Nonostante i 14,5 gradi il sorso non risulta ostico. In evidenza l’acidità e i tannini, forse ancora troppo protagonisti, ma comunque estratti con perizia. Entrambi, rappresentano una polizza sulla (lunga) vita del vino. Chiusura lunga e pulita. Al di là dei meriti riscontrati, mi aspetto molto da questa bottiglia. Da abbinare ai bucatini col soffritto.