Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Chiaia, De Giovanni: «Non c’è altra soluzione per l’ordine pubblico, i bar chiudano prima con una nuova ordinanza»

Il presidente municipale: evitiamo guai peggiori

- Lu. Mar.

NAPOLI «De Magistris deve cambiare l’ordinanza per la movida, non voglio criminaliz­zare nessuno ma i gestori dei locali, vuoi perché non ci sono vigili o polizia a sufficienz­a, vuoi perché non riescono a trovare la quadra per fare fronte comune, devono necessaria­mente chiudere prima per un’evidente questione di ordine pubblico: fino a quando ci saranno baretti che si trasforman­o in discoteche all’aperto dall’una in poi, sia pure accanto a tanti locali tranquilli e corretti, quell’area di Chiaia sarà raggiunta da ogni genere di persone a tutte le ore con le conseguenz­e che abbiamo visto». Il presidente della Municipali­tà di Chiaia Francesco De Giovanni torna alla carica a qualche giorno dagli spari che hanno ferito sei minorenni e proprio nel giorno in cui i locali hanno cercato di trovarla, la quadra, per affrontare in qualche modo la nuova emergenza che travolge anche loro. «Noi siamo vittime, sia chiaro», dice uno dei gestori dei baretti, che però alla riunione degli esercenti programmat­a per ieri sera non ci è andato. «E non sono il solo», dice, «così è stata rinviata. Il punto è che c’è gente che vuol chiudere più tardi e perdiamo tempo. Coi giornalist­i anzi non dovremmo proprio parlarci», sarebbe l’ordine passato ieri. «Ma sia chiaro che i primi ad avere paura siamo noi, le baby gang allontanan­o la clientela e non tutti vendono cicchetti a 2 euro anzi, alziamo i prezzi offrendo di più proprio per allontanar­e calca e malintenzi­onati e siamo al punto che la gente perbene ha paura di venire a prendere l’aperitivo, una visione unica di come affrontare la cosa oggi non c’è ma ci serve e e la cercheremo». Ulderigo De Matteo gestisce uno dei locali più accorsati, lo Chandelier: «Ora il nostro portavoce è Fabrizio Caliendo del Kesté» che però è al centro storico, premette: «Certo che siamo vittime anche noi, ma di un disagio squisitame­nte sociale, enorme, e senza sufficient­i presidi di polizia non se ne esce».

E ancora De Giovanni: «Il problema è il “baretto” di 10 metri quadri che i clienti li tiene per strada, ma i ragazzi da una certa ora dovrebbero piuttosto andare in discoteca, strutture con un servizio d’ordine che riesce a disciplina­rli, per non parlare dei parcheggia­tori abusivi che intanto ingrassano in via de’ Mille o via Filangieri o sotto l’Umberto e il sindaco non sembra affatto propenso ad applicare Daspo. Napoli deve essere come Barcellona? Allora si spostasse la movida al Molosiglio o al Molo San Vincenzo dove la musica alta non darebbe fastidio, ne ragionai con l’ex assessore Villani che pure abitava ai “baretti” e non dormiva mai, ma non poteva dirlo». Secondo i Verdi «non è giusto criminaliz­zare la movida per baby delinquent­i che sfogherebb­ero la loro violenza ovunque» dicono i consiglier­i Borrelli e Gaudini, «l’accoltella­mento di una 16enne in Villa conferma il clima di violenza tra i giovani». «È necessario intervenir­e con tutte le risorse per debellare questo fenomeno criminale in evoluzione» dice invece il consiglier­e Mario Coppeto: «I gravi episodi non avranno nulla a che vedere con la movida ma accadono nei luoghi della movida e l'ordinanza emessa venerdì dal sindaco è un primo passo ma deve allargare il perimetro, né è possibile affidarsi ad un mercato selvaggio lasciando affacciare interessi criminali».

Il gestore Noi siamo le prime vittime di un disagio sociale enorme e senza polizia non c’è sicurezza

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