Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Nasce il Pd ombra
Oddati & Co. lanciano «Passione democratica» Intanto Orfini torna all’attacco sul congresso: ora scrivo io alla commissione di garanzia nazionale
NAPOLI Mentre a livello nazionale si discetta di scissioni , a Napoli ci sono due Pd. Ma sul serio. Prenderanno forma e sostanza lo stesso giorno: dopodomani. Il primo è quello renziano che si riunisce per proclamare il nuovo segretario provinciale, Massimo Costa. Il secondo si riunirà al teatro Il Piccolo di Fuorigrotta. L’acronimo è sempre Pd, ma sta per Passione democratica (almeno questa è la prima ipotesi). Ed è la vasta area di dissidenza che sostiene Nicola Oddati e che va dai deluchiani, agli orfiniani, ai martiniani.
Perché la vicenda, anzi il pasticcio del congresso, è tutt’altro che chiuso. Al di là del ricorso al Tribunale ordinario di Oddati, continua la battaglia sul fronte nazionale. A portarla avanti, non uno qualunque. Matteo Orfini del Pd è il presidente, ovvero il garante delle regole e dello statuto dem. Già sabato scorso aveva detto chiaramente che considerava quel congresso «un appuntamento di corrente». Ora aggiunge: «Quella del congresso napoletano è una vicenda viziata da passaggi illegittimi. Dalla presenza di un tutor che non può convocare e sconvocare congressi fino ad arrivare alla delibera della commissione regionale che sanciva l’illegittimità del congresso, mai impugnata o annullata. Quindi la consultazione, per lo statuto del Pd, è nulla». E conclude: «O si ripristinano le regole o, in qualità di presidente nazionale, interesserò io gli organismi di garanzia a tutela del partito nazionale». Orfini non può fare ricorso, ma annuncia in pratica che scriverà ufficialmente alla commissione nazionale. Un atto politico fortissimo. Che viene appunto da un pezzo da novanta del partito e che segue alla richiesta di rinvio da parte del vicesegretario nazionale Maurizio Martina. Insomma la vicenda si ingarbuglia sempre di più. Perché Orfini parla di «forzature» e «procedure illegittime avallate da Roma». E da chi? Di certo dal responsabile organizzazione del Pd nazionale, Andrea Rossi, renziano di ferro.
«Noi continueremo — prosegue il ragionamento Nicola Oddati —. Per questo giovedì abbiamo organizzato l’assemblea fondativa di un’area politica che però vuole stare nel Pd». Anche se praticamente è contro. Una sorta di Partito democratico ombra. E tra gli animatori più duri c’è il consigliere regionale, Antonio Marciano (ex bassoliniano ora della componente Martina) che scrive: «Una volta, quando si eleggeva un segretario del partito, si faceva a gara con le dichiarazioni di congratulazioni da parte dei sostenitori del candidato eletto anche per rivendicarne il merito di un pezzo del risultato. Oggi, al tempo della post verità, la parola d’ordine è: silenzio. Un silenzio imbarazzante ma a dir poco assordante ».
Ma neanche l’eurodeputato Andrea Cozzolino ci va piano: «È uno scempio politico, quello che si sta consumando a Napoli per il congresso metropolitano. Ma è, soprattutto, una sconfitta per tutti, se si costringe un candidato, insieme a un gruppo di iscritti, a ricorrere alla giustizia ordinaria, per far valere i propri diritti». E fa un appello: «Per questo invito Matteo Renzi, Matteo Orfini, Maurizio Martina a venire in campo. È tempo di aiutare questa comunità a ritrovare il senso di un cammino politico, largo, popolare e unitario. A Renzi, in particolare, rivolgo il mio appello. A Renzi che a Napoli in tanti abbiamo scelto e sostenuto, proprio confidando nel suo tratto politico innovatore. Non volti lo sguardo altrove».