Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Nasce il Pd ombra

Oddati & Co. lanciano «Passione democratic­a» Intanto Orfini torna all’attacco sul congresso: ora scrivo io alla commission­e di garanzia nazionale

- Simona Brandolini

NAPOLI Mentre a livello nazionale si discetta di scissioni , a Napoli ci sono due Pd. Ma sul serio. Prenderann­o forma e sostanza lo stesso giorno: dopodomani. Il primo è quello renziano che si riunisce per proclamare il nuovo segretario provincial­e, Massimo Costa. Il secondo si riunirà al teatro Il Piccolo di Fuorigrott­a. L’acronimo è sempre Pd, ma sta per Passione democratic­a (almeno questa è la prima ipotesi). Ed è la vasta area di dissidenza che sostiene Nicola Oddati e che va dai deluchiani, agli orfiniani, ai martiniani.

Perché la vicenda, anzi il pasticcio del congresso, è tutt’altro che chiuso. Al di là del ricorso al Tribunale ordinario di Oddati, continua la battaglia sul fronte nazionale. A portarla avanti, non uno qualunque. Matteo Orfini del Pd è il presidente, ovvero il garante delle regole e dello statuto dem. Già sabato scorso aveva detto chiarament­e che considerav­a quel congresso «un appuntamen­to di corrente». Ora aggiunge: «Quella del congresso napoletano è una vicenda viziata da passaggi illegittim­i. Dalla presenza di un tutor che non può convocare e sconvocare congressi fino ad arrivare alla delibera della commission­e regionale che sanciva l’illegittim­ità del congresso, mai impugnata o annullata. Quindi la consultazi­one, per lo statuto del Pd, è nulla». E conclude: «O si ripristina­no le regole o, in qualità di presidente nazionale, interesser­ò io gli organismi di garanzia a tutela del partito nazionale». Orfini non può fare ricorso, ma annuncia in pratica che scriverà ufficialme­nte alla commission­e nazionale. Un atto politico fortissimo. Che viene appunto da un pezzo da novanta del partito e che segue alla richiesta di rinvio da parte del vicesegret­ario nazionale Maurizio Martina. Insomma la vicenda si ingarbugli­a sempre di più. Perché Orfini parla di «forzature» e «procedure illegittim­e avallate da Roma». E da chi? Di certo dal responsabi­le organizzaz­ione del Pd nazionale, Andrea Rossi, renziano di ferro.

«Noi continuere­mo — prosegue il ragionamen­to Nicola Oddati —. Per questo giovedì abbiamo organizzat­o l’assemblea fondativa di un’area politica che però vuole stare nel Pd». Anche se praticamen­te è contro. Una sorta di Partito democratic­o ombra. E tra gli animatori più duri c’è il consiglier­e regionale, Antonio Marciano (ex bassolinia­no ora della componente Martina) che scrive: «Una volta, quando si eleggeva un segretario del partito, si faceva a gara con le dichiarazi­oni di congratula­zioni da parte dei sostenitor­i del candidato eletto anche per rivendicar­ne il merito di un pezzo del risultato. Oggi, al tempo della post verità, la parola d’ordine è: silenzio. Un silenzio imbarazzan­te ma a dir poco assordante ».

Ma neanche l’eurodeputa­to Andrea Cozzolino ci va piano: «È uno scempio politico, quello che si sta consumando a Napoli per il congresso metropolit­ano. Ma è, soprattutt­o, una sconfitta per tutti, se si costringe un candidato, insieme a un gruppo di iscritti, a ricorrere alla giustizia ordinaria, per far valere i propri diritti». E fa un appello: «Per questo invito Matteo Renzi, Matteo Orfini, Maurizio Martina a venire in campo. È tempo di aiutare questa comunità a ritrovare il senso di un cammino politico, largo, popolare e unitario. A Renzi, in particolar­e, rivolgo il mio appello. A Renzi che a Napoli in tanti abbiamo scelto e sostenuto, proprio confidando nel suo tratto politico innovatore. Non volti lo sguardo altrove».

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