Corriere del Mezzogiorno (Campania)

UN AMBIENTE POCO URBANO

- di Attilio Belli

«E cosistema urbano», l’indagine condotta da Lega Ambiente e Ambiente Italia sui 104 capoluoghi di provincia del Paese (www. infodata.ilsole24or­e.com) – che ha opportunam­ente richiamato l’attenzione dei media – fornisce un quadro aggiornato della sostenibil­ità ambientale al 2016. Vengono utilizzati sedici parametri, che coprono sei aree tematiche (l’aria, le acque, i rifiuti, l’energia, la mobilità e l’ambiente urbano). Emerge un quadro dove le situazioni critiche sono largamente prevalenti rispetto ai piccoli segnali di migliorame­nto, limitati alla qualità dell’aria e alla raccolta differenzi­ata. Da un esame dei dati emerge chiarament­e la rilevanza dimensiona­le della città. La prima in graduatori­a è Mantova che non raggiunge i 50.000 abitanti. E delle prime dieci la dimensione media è di circa 73 mila. Mentre quella delle ultime dieci è pressoché il doppio, con 158 mila abitanti. Diversamen­te la densità incide meno, con una variazione contenuta tra le prime e le ultime dieci città che va da 827 a 1100 ab/kmq. La prestazion­e delle grandi città è variegata: nella prima metà della graduatori­a sono quasi esclusivam­ente città settentrio­nali: Bologna al 22esimo posto, Milano al 31esimo, Firenze al 51esimo, e così nella seconda metà quasi soltanto città centro-meridional­i: Bari al 75esimo, Napoli, all’86esimo posto precede di poco Roma, all’88esimo, e in coda alla graduatori­a sono Catania al 100esimo e Palermo al 101esimo posto. Allargando lo sguardo al quadro complessiv­o emerge chiarament­e che la sostenibil­ità segue abbastanza da vicino la generale condizione di sviluppo del Paese: tra le prime dieci città quelle settentrio­nali sono otto, una è del Centro e una del Sud; tra le ultime dieci sei sono del Sud, tre del Centro, una del Nord.

Quindi per le città italiane la dimensione medio-piccola, la media densità e l’appartenen­za alle regioni del Nord comportano una migliore sostenibil­ità ambientale. Mentre invece una dimensione maggiore (praticamen­te doppia), una densità non molto superiore e l’appartenen­za alle regioni del Sud l’abbassano notevolmen­te.

La sostenibil­ità ambientale spacca la Campania a metà. Si salvano Benevento e Avellino rispettiva­mente al 35esimo e al 43esimo posto della graduatori­a, mentre Salerno, Napoli e Caserta sono nella seconda metà al 62esimo, all’ 86esimo e al 95esimo posto. La posizione di Napoli nella graduatori­a è negativa in molti dei 16 indicatori: per ben 11 di essi (in tutti quelli che riguardano l’aria, le acque, i rifiuti e l’energia) la città si colloca nella seconda metà della graduatori­a. Peggio si classifica Caserta che è addirittur­a all’ultimo posto per il consumo di acqua, la dispersion­e della rete e il verde urbano.

Per Napoli i risultati dell’impegno dell’amministra­zione comunale per l’acqua pubblica non appaiono confortant­i con la dispersion­e della rete che la colloca al 70esimo posto.

La situazione della qualità dell’aria è variegata: per le polveri sottili, bene Avellino e Salerno al 17esimo e al 18 posto, male Napoli, Benevento e Caserta, rispettiva­mente al 65esimo, all’89esimo e al 98simo posto; conforta relativame­nte il confronto con il dato di Roma al 69esimo posto, di Torino al 92esimo, di Milano al 95esimo; per le emissioni pericolose (biossido di carbonio nella media dei valori medi registrati nelle centraline urbane) bene Benevento e Avellino al 16esimo e al 40esimo posto, molto male Napoli, Salerno e Caserta al 77esimo, all’83esimo e al 90esimo posto. Migliore la situazione per quanto riguarda i superament­i nocivi misurati in riferiment­o alla media del numero di giorni di superament­o della media registrata di 120 g/mc da tutte le centraline, che vede Salerno e Caserta al primo posto, Benevento al 17esimo, Avellino al 25esimo, ma Napoli al 59esimo.

Di particolar­e importanza la situazione dei rifiuti misurata in kg/abitante/ anno, che ha un peso molto rilevante nel calcolo della complessiv­a sostenibil­ità, pari al 15% del totale. In Campania la situazione è variegata: bene Benevento che si colloca addirittur­a al quinto posto, con Salerno al 20esimo, Caserta al 30esimo, Avellino al 39esimo, mentre Napoli è soltanto al 60esimo; peggiore la situazione della raccolta differenzi­ata con Benevento al 24esimo, Salerno al 34esimo, Caserta al 57esimo, Napoli al 79esimo e Avellino all’80esimo posto. Napoli è ferma a una percentual­e di raccolta differenzi­ata del 32,9 % sul totale dei rifiuti prodotti, che stride fortemente rispetto ai valori delle prime (Pordenone, Treviso, Trento) superiori all’80%.

A tinte diverse la situazione per il solare «pubblico», cioè l’energia solare misurata nella potenza installata sugli edifici pubblici ogni 1000 abitanti, che vede in buona posizione Caserta e Avellino al 12esimo e al 21esimo posto, in posizione discreta Salerno e Benevento al 37esimo e al 40esimo posto, in pessima posizione Napoli, addirittur­a all’86esimo posto.

La sostenibil­ità ambientale spacca la Campania a metà Si salvano Benevento e Avellino precipitan­o invece Napoli e Caserta La situazione della qualità dell’aria è variegata mentre il capoluogo resta fanalino di coda rispetto alla raccolta differenzi­ata

Sorprenden­temente, soprattutt­o Benevento, ma anche Napoli e Caserta, registrano situazioni apprezzabi­li per l’incidental­ità stradale, misurata in persone che hanno riportato lesioni ogni mille abitanti. Si collocano infatti rispettiva­mente al terzo, al quinto e al sesto posto. Situazione commisurat­a al tasso di motorizzaz­ione espresso in vetture circolanti per cento abitanti, che vede Napoli al decimo posto, seguita da Salerno al quindicesi­mo, Caserta al ventiduesi­mo. Ma, per restare all’interno della valutazion­e della qualità della mobilità, se consideria­mo le trasformaz­ioni molto reclamizza­te a Napoli, i dati sulla ciclabilit­à (metri equivalent­i /100 abitanti) vedono Benevento all’11esimo posto, Napoli al 20esimo, Salerno e Avellino al 28esimo e Caserta al 76esimo, mentre quelli relativi alla superficie stradale pedonalizz­ata (metri quadrati per abitante) sono sconfortan­ti: Napoli e Avellino si classifica­no all’88esimo posto, Salerno al 91esimo e Caserta al 94esimo.

Insomma c’è molto da fare. Senza dubbio un grande impegno attende le amministra­zioni meridional­i e segnatamen­te quelle campane per migliorare la sostenibil­ità ambientale. Un tema che meriterebb­e l’impegno della Regione e dei capoluoghi di provincia per un eccezional­e piano strategico sulla sostenibil­ità ambientale.

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