Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Gabrielli: «Bisogna garantire ordine ma non con poliziotti cinquanten­ni»

«Ciò che è successo è grave, i nostri organici non sono adeguati»

- di Titti Beneduce

Quello che è accaduto a Chiaia nella notte tra sabato e domenica «è estremamen­te grave», una situazione «alla quale il questore, il prefetto e la stessa amministra­zione municipale hanno risposto». Ora «bisogna riportare ordine e sicurezza in quei luoghi, già a partire dal prossimo fine settimana aumenterem­o la presenza nell’area». Il capo della polizia, Franco Gabrielli, ieri a Pietrarsa per celebrare i 110 anni della polizia ferroviari­a, rassicura i napoletani: «Credo che la risposta più efficace sia riportare ordine e sicurezza in questi territori. Al di là di tutte le consideraz­ioni e delle analisi servono risposte e le risposte devono avvenire sul territorio con la presenza delle forze dell’ordine, cosa che giustament­e la gente reclama». Al tempo stesso però lancia l’allarme: a causa di scelte politiche sbagliate fatte negli anni passati l’età media dei poliziotti sta aumentando sempre di più; ora siamo a 48 anni. «Lo vado dicendo da 18 mesi (da quando si è insidiato, ndr) che siamo un poco avanti con gli anni, che c’è stato un blocco del turn over che è stato devastante, che abbiamo organici non più aderenti ai tempi».

Per Gabrielli dunque «si tratta di mettere mano a spostament­i ovviamente temporanei di forze»: a partire dal prossimo fine settimana, dunque, ci saranno più poliziotti nelle strade della movida, ma poi dovranno necessaria­mente ritornare ai loro reparti. «I nuovi arrivi giungerann­o con il tempo», ha proseguito Gabrielli: nuovi agenti «non li creo dalla mattina alla sera» e purtroppo «nel 2017 non abbiamo immesso in servizio un solo agente». È un tema che il capo della polizia ritiene di particolar­e importanza: «Nel nostro Paese, per un certo periodo, si è immaginato che poliziotti, carabinier­i e finanzieri fossero troppi e quindi si chiudevano le scuole (come quella per allievi carabinier­i che aveva sede a Benevnto, ndr) o si bloccava il turn over. Poi ci si è resi conto che i poliziotti, i finanzieri ed i carabinier­i invecchian­o e quindi la capacità di proiezione sul territorio, per quella che è la parabola della vita, tende ad affievolir­si. Man mano che gli anni passano — ha aggiunto Gabrielli — ci sono cose che si possono fare alla scrivania. Alcuni vorrebbero lavorare fino a 80 anni, ma il poliziotto non può lavorare fino a 80 anni. A maggior ragione se il poliziotto, il carabinier­e o il finanziere è quello che la gente vuole vedere».

In ogni caso una risposta efficace alla violenza diffusa, secondo il capo della polizia, non può arrivare solo dalla repression­e: «Come vado dicendo da tempo, i temi che riguardano i problemi di sicurezza di città complesse come Napoli non sono solo riferiti alle modalità repressive». Per Gabrielli bisogna «fare un lavoro in maniera sinergica e secondo me a partire dall’istituzion­e scuola. Più che abbassare l’età imputabile, dovremmo lavorare un tutti per creare le condizioni perché questi ragazzi non si perdano». Per il capo della polizia «l’azione repressiva risponde a una necessità immediata delle gente di vivere in una condizione di serenità, però l’attività repressiva ha sempre respiri molto corti». Dunque c’è l’esigenza «di lavorare sulle cause. È più lungo, più faticoso, più complesso ma è l’unica strada per avere risultati consolidat­i nel tempo».

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Istituzion­i Franco Gabrielli capo della Polizia, ieri a Petrarsa

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