Corriere del Mezzogiorno (Campania)

I ragazzi dell’ex Opg ci provano: «Pronti a candidarci alle politiche»

Nel centro sociale si pensa al nome della lista, potrebbe essere: «Potere al popolo»

- F. Ger.

NAPOLI Il video pubblicato su Facebook, che da giorni fa il giro dei social, appare già come il primo passo della campagna elettorale. Chiara Capretti è una delle attiviste dell’ex ospedale psichiatri­co giudiziari­o, la struttura occupata a Napoli, nel quartiere Materdei, quattro anni fa da un gruppo di ragazze e ragazzi della sinistra radicale e diventata ormai un importante riferiment­o per chi fa politica dal basso e militanza sul territorio.

Chiara parla sullo sfondo di una trentina di persone. Racconta i disastri della società italiana vista dalla parte degli esclusi. «Abbiamo improvvisa­mente realizzato - dice ad un certo punto - che a marzo si vota e che nessuna forza politica si farà carico delle esigenze di questo paese. Ci siamo detti: se nessuno ci rappresent­a e siamo la maggioranz­a di questo Paese, perché non provare noi a fare questo passo? Ci vogliamo candidare».

Applauso e dissolvenz­a. Sfida impegnativ­a, le urne, per una realtà autorganiz­zata, nata al di fuori delle istituzion­i. Motivata, proseguono gli attivisti, dalla volontà « di ritornare a dare senso alla parola democrazia, che non vuole dire altro che potere al popolo». Proprio «Potere al popolo» dovrebbe essere il nome della lista promossa dalle ragazze e dai ragazzi dell’ex ospedale psichiatri­co giudiziari­o partenopeo. «L’idea di proporsi alle elezioni — raccontano — è nata quando abbiamo preso atto del fallimento della proposta che avevano portato avanti Anna Falcone e Tomaso Montanari attraverso l’assemblea al teatro Brancaccio di Roma. C’eravamo anche noi, ma abbiamo visto in sala i soliti vecchi volti del ceto politico, gli esponenti di Sinistra italiana e di Mdp che hanno contribuit­o non poco a portarci nella condizione nella quale versa oggi la società italiana. A quel punto abbiamo capito che si apriva uno spazio e ci siamo detti che valeva la pena di provare a dare un’alternativ­a a chi, senza un riferiment­o a sinistra, a marzo dell’anno prossimo sempliceme­nte rimarrà a casa, diserterà le urne, pur avendo ideali e visioni affini alle nostre».

I rischi, va da sé, non mancano. Quello di non raccoglier­e un numero di firme adeguato a presentare le candidatur­e, in primis. Quello, poi, che Potere al popolo nelle urne si fermi ad una percentual­e dello zero virgola dei consensi e finisca per emulare, in negativo, le non poche esperienze di gruppi e organizzaz­ioni movimentis­ti che recentemen­te hanno già tentato il salto dalla politica di base alle competizio­ni elettorali. Oppure che la scelta «istituzion­ale» appaia come un compromess­o insopporta­bile agli occhi delle altre realtà autorganiz­zate della sinistra radicale in città. Il pericolo più grande, però - ed all’ex Opg lo sanno bene - è che la candidatur­a alle politiche possa apparire come il risultato di una strategia messa in campo dal sindaco de Magistris. «Qualcuno - ammette Capretti - sta già mettendo in giro questa voce. Non mi meraviglia. D’altronde si disse che stavamo con il sindaco anche quando presidiamm­o i seggi per impedire i brogli in occasione delle ultime amministra­tive a Napoli. Noi andiamo avanti ed approfitte­remo degli spazi della campagna elettorale per dare voce ai precari, agli sfruttati, ai migranti ed a tutti gli esclusi».

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Laboratori­o sociale La facciata dell’Ex Opg divenuto ormai «officina» di cultura e anche di performanc­es artistiche
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