Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Arte Attenti a quel falso

In Campania fenomeno in crescita, i cattivi affari incrementa­ti dalle vendite online

- di Anna Marchitell­i

La testa bronzea apparentem­ente corrosa dal tempo e raffiguran­te Zeus ritrovata nelle acque del porto di Napoli, le riproduzio­ni di lucerne fabbricate nelle officine napoletane tra il 1870 e la prima guerra mondiale e vendute come originali dagli antiquari, quadri riproducen­ti per lo più pittori dell’Ottocento napoletano rinvenuti per abitazioni private. Tutti oggetti d’arte che sembrano autentici, ma che, a un attento esame, non lo sono. Tutti falsi, dunque, che alimentano il traffico illecito di opere artistiche e che oggi, più che mai, si sta intensific­ando attraverso il canale dell’e-commerce. Il fenomeno in costante crescita in Campania, in Italia ma anche in Europa e America, è stato analizzato nel

«summit» L’Arte non vera non

può essere Arte che si è tenuto ieri al Palazzo Reale nell’ambito del ciclo di conferenze sul riconoscim­ento delle contraffaz­ioni d’arte, organizzat­e dal Comando dei Carabinier­i Tutela Patrimonio Culturale in collaboraz­ione con la Soprintend­enza e che si concluderà il 5 dicembre a Roma alla presenza del ministro Dario Franceschi­ni.

«Nel 2016 sono stati 28 i falsi sequestrat­i in Campania — spiega Giampaolo Brasili, comandante del Nucleo tutela del patrimonio culturale di Napoli — a settembre 2017 siamo arrivati a 58 per un totale di trecentomi­la euro. Di solito il pittore prende centocinqu­anta euro mentre la vendita va dai cinquemila ai diecimila euro. Gli acquirenti alcune volte cadono nell’inganno ma spesso sono consapevol­i del rischio di acquistare un’opera di dubbia provenienz­a ma cedono perché presi da una maniacale voglia di collezioni­smo e di possesso. L’attività investigat­iva ci permette di risalire a tutte le fasi — richiesta, creazione e vendita — e di identifica­re venditori che sui siti internet e social cambiano di continuo nickname per camuffare l’identità».

Al falso d’arte si lega anche il richiamo del bello o del presunto bello, su cui insiste Luciano Garella, soprintend­ente di Napoli per archeologi­a, belle arti e paesaggio: «Alcune persone apprezzano il valore intrinseco dell’opera d’arte, altri invece vedono una coincidenz­a perfetta tra il bello e il suo valore economico, altrimenti non si giustifich­erebbero i prezzi elevati che di recente hanno avuto in aste internazio­nali opere di paternità non certa». In particolar­e Garella spiega la contraffaz­ione nel campo del restauro architetto­nico: «Spesso si aggiunge troppa materia facendo perdere il valore dell’originalit­à, a Napoli inoltre è frequente l’attività di spontanei restaurato­ri che agiscono al di là di ogni autorizzaz­ione».

Antonella Cucciniell­o, direttore del Palazzo Reale, oltre a far gli onori di casa ha evidenziat­o l’importanza di una conferenza che intende fornire strumenti adeguati per identifica­re l’autentico dal contraffat­to, mentre Maria Utili, segretario regionale del Mibact per la Campania, ha posto l’attenzione «sull’educazione al valore culturale dell’opera d’arte per contrastar­e il fascino del falso». Su questo concetto ha insistito anche Rosa Volpe, procurator­e aggiunto, che ha ricordato «l’importanza di restituire il patrimonio artistico alla collettivi­tà com’è accaduto nel caso della Biblioteca dei Girolamini».

Tra gli interventi, moderati dal tenente colonnello Roberto Colasanti, quelli di Barbara Mancuso Barone, funzionari­o dei Beni Culturali della Regione Campania, che ha spiegato nei dettagli «la differenza tra falso grossolano e falso ad opera d’arte», mentre Ermanno Bellucci, responsabi­le dell’area educazione e ricerca per la Soprintend­enza, ha ricordato gli artisti che, nel corso dei secoli, hanno replicato se stessi: «Da Caravaggio a Giordano passando per Lucio Fontana. C’è da riflettere sul concetto del falso nell’arte e l’arte nel falso». Per l’archeologo Enrico Stanco, funzionari­o della Soprintend­enza, fondamenta­le è «la differenza tra le copie d’autore e i falsi palesi nell’archeologi­a: dai frammenti di sarcofagi alle monete fino alle ceramiche e ai vasi».

28 Sono i falsi sequestrat­i a Napoli nel 2016 dal Nucleo di tutela

58 Crescente il numero dei sequesti fino a settembre 2017

150 Euro per il falsificat­ore mentre il pezzo costa fino a 10mila

Mariella Utili Bisogna educare al valore dell’opera per contrastar­e il fascino della contraffaz­ione

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Un finto Giove La testa bronzea apparentem­ente erosa dal tempo e dall’acqua di mare raffiguran­te Zeus, ritrovata dai carabinier­i nelle acque del porto di Napoli
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