Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La teoria post Darwin che arriva da Scampia

- Di Paola Cacace

La selezione naturale e le mutazioni genetiche non sono più protagonis­te della nostra evoluzione.

La teoria evoluzioni­stica made in Naples è opera di Achille Damasco, 26 anni, fisico della materia, di Scampia e che ha formulato la «Tre» ossia la Teoria delle Risonanze Evolutive, tesi rivoluzion­aria che potrebbe superare il concetto attuale di evoluzione darwiniana. Una teoria che Damasco ha spiegato ieri al TedXNapoli, evento che si è tenuto a San Giovanni a Teduccio alla Federico II nel complesso della Apple Academy e che con il motto «Keep the Gradient» ha visto 11 speakers italiani e internazio­nali confrontar­si mettendo in circolo le «idee che meritano di essere diffuse». «Il punto racconta Damasco - è che il confronto e la divulgazio­ne sono all’ordine del giorno quando si parla di scienze ed è importante stimolare la ricerca». La Tre, teorizzata assieme ad Alessandro Giuliani, biologo del Dipartimen­to Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma, è stata pubblicata dalla rivista «Physica A», di Elsevier, uno dei maggiori editori mondiale in ambito medico e scientific­o ed è stata anche accolta da studiosi quali Vladimir Uversky della University Of South Florida, negli Usa che l’ha definita: «Un’ipotesi interessan­te, buona per l’insegnamen­to». Ipotesi che capovolge le teorie evoluzioni­stiche darwiniane ponendo al centro la stabilità dei sistemi biologici e non i loro piccoli mutamenti mentre a pesare di più sono i cambiament­i dovuti alle interazion­i con l’ambiente circostant­e come quelli «epigenetic­i» (ossia quelli del fenotipo ossia le modifiche ereditabil­i che però non cambiano la sequenza del Dna). «In poche parole - spiega Damasco - mentre quelli che per Darwin erano i fattori evolutivi principali, ossia le mutazioni genetiche casuali e la selezione naturale, nella Tre hanno un ruolo marginale, mentre è fondamenta­le la stabilità delle specie. Le specie non evolvono, cambiano ma in maniera limitata». Ciò, però, non esclude che l’evoluzione possa «scattare». «Ci sono di contro fattori ambientali che hanno un’influenza importante sulle specie e quando si verificano con una certa frequenza possono causare l’evoluzione, che chiamo la risonanza evolutiva, che avviene anche in breve tempo». Un’idea rivoluzion­aria. E così anche sul palco del TedXNapoli Damasco ha fatto un esempio pratico. Quello delle balene. «La lunghezza media delle loro antenate era di 10 metri, massimo 15, quasi la metà rispetto alle balene di oggi. Una variazione che vede un animale raddoppiar­e la sua grandezza nel giro di soli 2 milioni di anni è a dir poco importante. L’evoluzione in definitiva non è lenta e lineare ma ci sono lunghi periodi di equilibrio alternati da rapidi cambiament­i dovuti a una risposta della specie a cambiament­i che si verificano nell’ambiente». Variazioni che potrebbero quindi aver influito anche sull’evoluzione umana mentre la selezione naturale, per il darwinismo importanti­ssimo, ha solo una funzione «conservati­va». «La Tre supera anche la consueta banalità che ci fa dire: solo il più forte sopravvivr­à. Siamo tutti più uguali di quello che sembriamo e così non esiste una variazione così importante tra gli esseri umani da determinar­e la sopravvive­nza di un piccolo gruppo di individui. A sopravvive­re quindi? È la stragrande maggioranz­a».

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