Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Omicidio Materazzo, i legali di Luca valutano il rito abbreviato

Il presunto assassino è latitante a un anno dal delitto

- Titti Beneduce

NAPOLI Dopodomani, 28 novembre, sarà trascorso un anno dalla tragedia di viale Maria Cristina di Savoia, dove l’ingegner Vittorio Materazzo fu ucciso a coltellate mentre faceva rientro nella palazzina di famiglia. Il caso tenne banco per mesi nelle pagine di cronaca sia perché la famiglia è molto nota in città, sia per le modalità particolar­mente crudeli del delitto, sia per i complessi risvolti personali ed economici della vicenda. Per i giudici autore dell’omicidio premeditat­o è Luca Materazzo, fratello minore di Vittorio, da anni in pessimi rapporti con lui. Ma Luca è latitante dal 9 dicembre dell’anno scorso e i suoi avvocati difensori, Gaetano e Maria Luigia Inserra, ai quali nelle scorse settimane è stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini preliminar­i, devono ora compiere in autonomia una scelta difficile: se scegliere o meno per lui il rito abbreviato.

L’abbreviato, nel quale un solo giudice decide in base allo stato degli atti, dà diritto a uno «sconto» di un terzo della pena. Il processo è più rapido, non devono sfilare i testimoni e molto spesso lo «sconto» viene concesso. Ma non va sempre così: sono numerosi i casi in cui imputati di omicidio sono stati condannati comunque all’ergastolo. Il dibattimen­to davanti alla Corte d’Assise, con giudici togati e popolari, dura di più, non prevede «sconti» e soprattutt­o, attraverso le testimonia­nze, rende pubbliche vicende private, storie familiari che molti vorrebbero tenere per sé. Una scelta, appunto, non facile, che in genere il difensore condivide con l’imputato, ma che stavolta tocca solo ai legali.

«È un caso anomalo – confermano Gaetano e Maria Luigia Inserra – sul quale stiamo facendo le nostre valutazion­i. In genere, anche se l’imputato è latitante, c’è almeno un parente con cui si può discutere. Ma Luca aveva rapporti tesi con tutti i congiunti, quindi il peso della scelta ricade solo sulle nostre spalle. Va detto che, prima di far perdere le tracce, Luca ci firmò un ampio mandato, come sempre chiediamo ai nostri clienti».

L’avviso di chiusura delle indagini preliminar­i, firmato dai sostituti Luisanna Figliolia e Francesca De Renzis, che hanno indagato con il coordiname­nto del procurator­e aggiunto Nunzio Fragliasso, è stato notificato agli inizi di ottobre. L’udienza preliminar­e dovrebbe essere fissata agli inizi del prossimo anno. C’è ancora un po’ di tempo per decidere, dunque.

Nei mesi scorsi Luca Materazzo era stato indagato anche per l’omicidio del padre, Lucio, avvenuto nel 2014, ma il fascicolo era stato poi archiviato perché dall’autopsia non erano emersi elementi sufficient­i. I rapporti con il fratello Vittorio, oltre che per motivi economici, erano tesi anche perché l’ingegnere nutriva dubbi sulla morte del padre e aveva presentato diversi esposti in Procura perché si approfondi­sse il caso, senza però riuscirci. Per la morte del fratello il giovane è stato invece incastrato dal Dna trovato sui coltelli e sugli indumenti sporchi di sangue.

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Il luogo L’abitazione di Vittorio Materazzo, nelle cui immediate vicinanze l’uomo fu assassinat­o con 35 coltellate

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