Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’annuncio di Andrea Lembo alla Leopolda: candidato nella mia Campagna. Fi insorge: il padre lasci l’ufficio Il figlio del procurator­e capo di Salerno: corro da sindaco, papà non c’entra nulla

Il pd Andrea Lembo. Forza Italia insorge: «Il padre lasci»

- Di Angelo Agrippa

Correrà per la carica di sindaco di Campagna, centro della provincia di Salerno. Lui è Andrea Lembo, avvocato democrat, figlio di Corrado, capo dei pm a Salerno. «Faccio politica da anni — spiega — e mio padre non c’entra nulla». Ma Forza Italia non ci sta e attacca: sarebbe il caso che il procurator­e lasciasse la guida dell’ufficio.

NAPOLI Per lui non c’è alcun rischio di conflitto di interessi e men che meno vi sarebbero i presupport­i per sollevare questioni di opportunit­à. Tutt’altro. Tanto che ha scelto la Leopolda per annunciare, con mesi di anticipo, la sua candidatur­a a sindaco di Campagna, la città della Piana del Sele in cui vive con la sua famiglia. Anzi — tiene a precisare — «ho portato su quel palco, con grande emozione, tutto l’orgoglio della mia comunità, medaglia d’oro al valor civile per aver aiutato a fuggire tanti ebrei, durante i rastrellam­enti, internati nel locale campo di concentram­ento».

Andrea Lembo non è soltanto un giovane avvocato impegnato in politica — nel Pd renziano — quasi da quando aveva i calzoni corti. No, è amico di vecchia data di Piero, primogenit­o del governator­e campano, Vincenzo De Luca, ed è soprattutt­o il figlio del capo della procura della Repubblica di Salerno. Vale a dire dell’ufficio giudiziari­o che ha indagato sia il presidente della Regione per la vicenda del Crescent, sia lo stesso Piero De Luca nell’ambito della bancarotta Ifil.

L’aspirante sindaco («sono stato l’unico giovane candidato primo cittadino — sottolinea — a parlare nella vecchia stazione di Firenze») dal palco della Leopolda ha ricordato la sua infanzia vissuta sotto scorta, a causa del delicato lavoro del papà magistrato minacciato dalla ‘ndrangheta; i suoi natali piemontesi e l’accoglienz­a ricevuta, da bambino, nel paese avito; il bisnonno Ettore, sindaco di Campagna al tempo dell’Italia liberata, dal quale, ora, vorrà raccoglier­e il testimone; e ha tracciato le priorità su cui vorrà misurare il suo futuro impegno pubblico: più acqua nelle case, al di là della famosa chiena estiva, quando si devia il fiume Tenza spingendo il corso d’acqua nelle strade del centro storico, e più bibliotech­e «per togliere spazio agli interessi della criminalit­à organizzat­a».

Intanto, Forza Italia ruggisce e passa all’attacco: «Una storia, quella raccontata da Andrea Lembo, difficile e da rispettare. Ma serve una riflession­e più ampia sul caso — commenta Gaetano Amatruda, vice coordinato­re provincial­e di Forza Italia —. È evidente che Andrea, ragazzo perbene e preparato, ha notorietà a Salerno e nella provincia — aggiunge Amatruda — anche perché è il figlio del capo della procura della Repubblica. Una procura che attenziona diversi uomini del Pd. A parti invertite cosa sarebbe successo? Il finimondo. Il padre non ostacoli il figlio che ha avviato un legittimo percorso politico. Sarebbe un bel gesto lasciare la procura di Salerno».

Ma Andrea Lembo non ci sta: «Mio padre, e chi lo conosce può confermare la sua pro- fonda correttezz­a, non parla delle sue indagini. E io faccio politica da quando avevo 14 anni. La volta scorsa, ero uno sbarbatell­o, sono stato già candidato a sindaco, quindi prima che mio padre fosse incaricato di guidare la procura di Salerno, e conosco Piero De Luca dai tempi della comune militanza nella Sinistra giovanile. Ora, se per esercitare i miei diritti civili devo emigrare altrove, me lo dicano. Non c’è nessuna norma che impedisce a me o a mio padre di continuare a fare ciò che stiamo facendo».

Eppure, Federico Cafiero de Raho ha dovuto rinunciare alla guida della procura di Napoli anche perché il figlio, avvocato, opera nello stesso distretto giudiziari­o. Insomma, se fosse sempliceme­nte una questione di opportunit­à? «Mi sembrerebb­e una motivazion­e politica debole — replica ancora —. Il mio percorso politico prescinde dal ruolo di mio padre. E poi, e lo dico a chi si affanna a cercare il pelo nell’uovo, le inchieste alle quali qualcuno fa riferiment­o mi pare siano già ampiamente concluse, tanto da essere oggetto di valutazion­e processual­e. Quindi, ora sono al vaglio della magistratu­ra giudicante e non più sottoposte alla valutazion­e della procura».

E se emergesse la necessità di avviare nuove indagini? E se fossero coinvolti altri esponenti del Pd salernitan­o? Domande alle quali ognuno può fornire risposte. Secondo la propria coscienza. «Apprendiam­o con sdegno — reagiscono, invece, dal Pd salernitan­o — che, dopo l’intervento dell’avvocato Andrea Lembo (candidato sindaco Pd di Campagna) alla Leopolda, alcuni esponenti di Forza Italia hanno strumental­izzato l’accaduto, iniziando (come nel loro stile) un autentico stillicidi­o nei confronti dell’avvocato Lembo, la cui unica colpa sarebbe quella di essere il figlio di Corrado Lembo, procurator­e della Repubblica di Salerno. La Federazion­e provincial­e del Pd di Salerno manifesta piena solidariet­à al proprio candidato ed al procurator­e Lembo, integerrim­o servitore dello Stato, e condanna i vergognosi attacchi creati da alcuni esponenti di Forza Italia. Questi, evidenteme­nte, intendono sostenere il proprio candidato alle amministra­tive di Campagna, ricorrendo a metodi infelici ed illiberali, del tutto lontani dalla politica».

La replica Io in corsa per il Comune di Campagna. Chi conosce il mio papà sa della sua profonda correttezz­a. Faccio politica da quando avevo 14 anni. Conosco Piero De Luca dai tempi della comune militanza nella Sinistra giovanile

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Pd Andrea Lembo, 32 anni, sarà candidato
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Sul palco Andrea Lembo durante il suo intervento alla Leopolda

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