Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Rispuntano due statue di Palazzo Maddaloni
Le opere del Fanzago custodite da un privato: prime foto dal 2006 Ispezione della Soprintendenza dopo la denuncia del Corriere Il comitato Portosalvo: affidiamole al World Monument Fund
Due statue che fin dal Seicento hanno adornato la loggia realizzata da Cosimo Fanzago a Palazzo Maddaloni, sono ricomparse. Le ha mostrate uno degli inquilini della storica residenza che le avrebbe avute «in affidamento». Le condizioni non sono ottime e avrebbero bisogno di interventi urgenti e qualificati. Come d’altra parte l’appartamento in cui si trovano che in passato ha visto le feste più importanti dell’alta società napoletana. Dopo gli articoli del Corriere del Mezzogiorno sulla sparizione dei busti del Fanzago, la Soprintendenza si è messa in moto e ha effettuato una ispezione nel Palazzo.
NAPOLI Il mistero dei busti di palazzo Maddaloni sembra un po’ meno fitto. All’apparenza.
Due statue che fin dal Seicento hanno adornato la loggia realizzata da Cosimo Fanzago, sono ricomparse. Le ha mostrate uno degli inquilini della storica residenza che le avrebbe avute «in affidamento» prima dell’inizio dei lavori di restauro.
Le condizioni non sono ottime e avrebbero bisogno di interventi urgenti e qualificati. Come d’altra parte l’appartamento in cui si trovano che in passato ha visto nei suoi saloni le feste più importanti dell’alta società cittadina che hanno annoverato tra i loro invitati anche Giacomo Casanova e Benito Mussolini.
Dopo gli articoli pubblicati dal Corriere del Mezzogiorno sulla sparizione dei busti del Fanzago, la Soprintendenza si è messa in moto e ha effettuato una ispezione nel Palazzo. Al termine è stata scritta una relazione. In cui si dice che «le statue che decoravano la balaustra erano sei» e che nel 2006 il proprietario «ha denunciato ai carabinieri il furto di una delle statue». E poi «dopo il furto - è scritto - d’intesa con la Soprintendenza gli altri quattro busti e la scultura a figura intera posta al centro del terrazzo sono stati rimossi dal loro sito originario e ricoverati, a cura del proprietario, in ambienti che offrivano adeguate caratteristiche di sicurezza. Lo smontaggio delle statue è stato operato da una restauratrice».
Poi arriva il passaggio più interessante. «Il 7 novembre u.s. - è scritto nella relazione la dottoressa Lura Giusti, funzionario storico dell’arte curatore del Palazzo Maddaloni ha contattato il proprietario e ha visionato le sculture, delle quali ha effettuato documentazione fotografica di pessima qualità, ma sufficiente a documentare la situazione». E si chiude con la frase: «Solo al termine dei lavori di restauro dell’immobile attualmente in corso (ma al momento fermi, ndr) sarà possibile valutare se esse dovranno essere collocate in situ». La data è del 16 novembre scorso. Inutile ogni commento.
La stessa visita al proprietario citato dalla Soprintendenza e che chiede di restare anonimo, è stata fatta da Antonio Pariante del Comitato Portosalvo. «Quando quella mezza dozzina di statue - racconta - è apparsa ai miei occhi mi si é fermato il respiro. Lesionate, spaccate, qualcuna ancora integra ma pur sempre luminose e bellissime. Eccole, sono le statue, anzi i busti, della famosa loggia di mastro Cosimo Fanzago a Palazzo Maddaloni che nel buio di un angusto vano, ricavato nello storico appartamento, riescono ancora ad emanare la loro straordinaria luce oltre ogni limite. L’arte negata, a prescindere da ogni ragione e ogni impedimento, ha una magia diversa da quella in libertà e per questo quando la si incontra, riesce a trasmettere emozioni veramente uniche. Sembra quasi che quelle statue parlino e che stiamo invocando la libertà: salvateci, aiutateci, liberateci».
Il proprietario in questione non può prendersi cura delle opere anche perché nel suo immenso appartamento storico tutto cade a pezzi. Anche il grande e meraviglioso salone dei Novecento, detto così perché ci stavano novecento persone in piedi. Oggi, se si facesse la prova, potrebbe crollare. Uno sfregio all’arte e alla storia altrettanto grave come quello dei busti spariti.
Per questo il Comitato Portosalvo ha ufficializzato la sua proposta: «A margine di questa eccezionale visita il Comitato di Portosalvo, oltre a sollecitare la Sovrintendenza per un intervento di somma urgenza per il restauro e la riallocazione dei busti in situ ha anche proposto una eventuale candidatura dell’appartamento storico al World Monument Fund di New York per il suo restauro». Perché la fiducia nelle istituzioni di questa città per la tutela del patrimonio artistico e storico è al lumicino. «Sì conclude Pariante - meglio rivolgersi altrove».
La relazione «Fatta una pessima documentazione fotografica. Uno è stato rubato nel 2006»