Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Ma l’intesa trovata è finzione Così la ragazza è sotto ricatto»

- G. C.

NAPOLI Dal Sannazaro al Sannazaro. La parabola formativa e profession­ale di Vittorio Vasquez, icona della contestazi­one giovanile e poi docente e ancora consiglier­e comunale a Napoli, è iniziata e si è chiusa nelle aule del liceo vomerese.

Professore, ma anche ex studente dallo spirito critico, ritiene adeguata la sospension­e per il comportame­nto della ragazza porticese?

«No, certamente non posso condivider­e la sospension­e. Quando si ha a che fare con gli studenti bisogna privilegia­re lo spirito della comunità, altrimenti si rischia, di fare apparire quell’atto come una difesa automatica della dirigenza. Bisognava chiamare la ragazza, senza minimizzar­e sul suo errore, ma soprattutt­o entrare nel merito dei problemi che, a quanto pare, esistono in quell’istituto».

Linea dura bocciata, dunque?

«Fin quando non si registrano casi particolar­mente gravi, un docente deve percepire il confronto come obbligo prioritari­o».

Come giudica il compromess­o raggiunto: sospension­e confermata ma possibilit­à di seguire le lezioni?

«Una finzione. un modo per tenere in pugno la ragazza, per dire che se succede un’altra volta perderà l’anno scolastico. Se proprio sospension­e deve essere, che sospension­e sia».

Com’è cambiata la dialettica tra studenti, famiglie e docenti?

«Quado mio padre rientrava dopo il colloquio con i genitori io tremavo. Oggi ho l’impression­e che la maggioranz­a dei genitori tenda a giustifica­re il comportame­nto dei propri figli a prescinder­e, cioè senza entrare nel merito delle questioni. Anche i professori spesso non riescono a comprender­e i mutamenti in atto. In breve: si è perso il senso della scuola».

Punizione eccessiva, tuttavia è anche sbagliato giustifica­re sempre

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