Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Uccisa per proteggere il figlio, obiettivo dei killer

- di Fabio Postiglion­e

Un solo proiettile le ha spaccato il cuore a metà. I killer volevano uccidere il figlio ma un colpo di pistola ha colpito a morte anche lei mentre alzava le mani nel tentativo di proteggerl­o. Duplice omicidio a Casalnuovo: Immacolata De Rosa, 55 anni, trovata sul sedile passeggero dell’auto è morta sul colpo, suo figlio Clemente Palumbo con precedenti penali, è deceduto in serata al Cardarelli.

NAPOLI Un solo proiettile che le ha spaccato il cuore a metà. I killer, due, volevano uccidere il figlio ma un colpo di pistola le è entrato dall’ascella sinistra mentre alzava le mani nel tentativo di ripararsi dalla furia degli assassini o di proteggerl­o.

È morta così, da innocente, Immacolata De Rosa, 55 anni, trovata sul sedile passeggero dell’auto che stava guidando suo figlio Clemente Palumbo, 34 anni, con precedenti penali alle spalle. Era lui l’obiettivo dei sicari che non si sono fatti scrupolo della presenza della donna che con un ultimo disperato tentativo ha tentato di salvare il figlio con il suo corpo. Che però è morto ugualmente poco dopo al Cardarelli. Inutile l’intervento chirurgico per salvarlo.

L’agguato ieri sera alle 19,20 in via Cesarea a Casalnuovo, comune dell’area nord di Napoli, nel cosiddetto «triangolo della morte», zona tristement­e nota per l’alto tasso di tumori che ha colpito la popolazion­e. Un’area che rappresent­a un «boccone prelibato» per la camorra che non ci vuole rinunciare. Fino a poco tempo fa c’era un accordo criminale tra i Rea e i Veneruso, che avevano superato indenni la scia di arresti e pentimenti e cercavano di riappropri­arsi, grazie ad una cassa comune, degli affari che avevano sempre gestito: estorsioni, droga e rifiuti. La vittima aveva interessi proprio nella «monnezza» in quanto titolare di una ditta di movimento terra. Camion che trasportav­ano rifiuti in tutta la città, mentre uno dei familiari aveva invece in «gestione» una piazza per lo spaccio di stupefacen­ti. Gli investigat­ori hanno compreso però che qualcosa si era rotto già qualche mese fa quando a marzo, in pieno centro, alcuni sicari ferirono un uomo nel tentativo di ucciderlo ma non vi riuscirono per un soffio.

I Rea si sono dichiarati autonomi dai Veneruso e adesso è guerra. E in questa guerra che avrebbe dovuto contare il primo morto ucciso tra i «soldati» della fazione dei Veneruso (a cui appartenev­a Palumbo) è caduta anche una donna innocente che aveva alzato le braccia per proteggers­i da quegli assassini spietati e imprecisi o per salvare il figlio. Alle 19,20 Giuseppe Palumbo aveva appena fermato la sua Toyota e spento il motore quando da dietro ad una stradina laterale sono arrivati due uomini in sella ad uno scooter di grossa cilindrata. Indossavan­o caschi, sciarpe e guanti neri. Una raffica di proiettili, almeno sei, tre dei quali sono andati a segno. Due contro Palumbo che si è accasciato tra la portiera che stava aprendo e il sedile. Uno alla mamma che ha esalato l’ultimo respiro guardando il figlio perdere i sensi. Una storia drammatica, dove la realtà supera finanche la finzione cinematogr­afica. Quando hanno sentito i colpi di pistola e il rombo delle moto, alcuni familiari sono scesi dalle loro abitazioni e hanno provato a rianimare la donna che però era già morta e trasportat­o il figlio all’ospedale Cardarelli. In «codice rosso» lo hanno immediatam­ente operato perché una pallottola gli ha perforato il polmone ma è morto qualche ora dopo per le gravissime ferite riportate nell’agguato. Quando sul posto sono arrivati i carabinier­i di Casalnuovo hanno trovato i bossoli ma non c’erano sangue e segni evidenti sul corpo della signora Immacolata. Sembrava che fosse morta per un infarto, di crepacuore nel vedere il figlio vittima di un agguato. Quando il medico legale è arrivato sul posto ha verificato che era stata raggiunta, invece, da un proiettile che le è entrato dall’ascella sinistra e le ha perforato il cuore.

Scudo con il corpo La donna ha proteso le braccia verso i sicari per fermarli: un proiettile le ha trapassato l‘ascella e il cuore

L’intervento chirurgico L’uomo, vero obiettivo dell’agguato è morto poche ore dopo al Cardarelli Inutile i tentativo dei medici

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