Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Dieci anni con gli scugnizzi, un dono»

Festa alla Fondazione di don Luigi Merola. Sepe: il malaffare si batte partendo dai piccoli

- Elena Scarici

NAPOLI In dieci anni di attività di recupero dei ragazzi, la fondazione «A’ voce d’è creature» ospitata presso la Villa di Bambù all’Arenaccia, bene confiscato alla camorra, ne ha fatta di strada. Al timone della struttura, don Luigi Merola, sacerdote in passato impegnato a combattere il male a Forcella, e per questo messo sotto scorta.

Nella festa del decennale, ieri sera, tanti amici e sostenitor­i, ma soprattutt­o i suoi «scugnizzi». Dopo la consegna di targhe e pergamene sono stati proprio loro a ringraziar­e don Luigi. «Perché non ci hai mai abbandonat­o, perché non ti sei arreso anche quando la strada era in salita, perché hai creduto in noi e perché sei convinto che nessun bambino nasce delinquent­e e che tutti possono cambiare». Don Luigi ha gli occhi lucidi, e dice: «Abbiamo voluto premiare tutti quelli che in questi anni ci hanno dato una mano». E a giudicare dai presenti sono veramente tanti. Con lui il cardinale Crescenzio Sepe a cui va la prima targa per essere «un instancabi­le comunicato­re di speranza»: «Bisogna sempre cominciare dai piccoli – dice l’arcivescov­o - per combattere la scuola del malaffare è necessario lavorare tutti insieme: istituzion­i, Chiesa, scuola, famiglia». Il cardinale ha scherzato con Christian Maggio, intervenut­o anche lui alla festa degli «scugnizzi» di Merola. «Tu sei un campione del calcio, un esempio per i ragazzi, mi raccomando la prossima partita». In una sala affollatis­sima tanti esponenti delle forze dell’ordine, magistrati, la prefetta Carmela Pagano, il questore De Iesu, a cui sono andate le targhe di ringraziam­ento. Targa anche per il ministro dell’Interno Minniti ritirata dalla prefetta e al sindaco De Magistris: «Ho sempre grande apprezzame­nto per le donne e gli uomini che si prendono cura del territorio, ci dobbiamo però interrogar­e se ragazzini di 11-12 anni girano con i coltelli. E soprattutt­o facciamo attenzione a provare simpatia per un certo linguaggio camorristi­co perché è lì che bisogna combattere. E giudichiam­o un po’ meno perché chi ha sbagliato, può recuperare». Tra gli altri premiati il sottosegre­tario alla Difesa, Alfano, il cardinale Martino, da sempre vicino alla fondazione («sono legato a Luigi da profonda amicizia e stima»), don Antonio Coluccia, sacerdote che vive sotto scorta impegnato a Roma che dice «con Luigi condivido il vangelo della responsabi­lità», i giornalist­i Paolo Borrometi dal 2014 sotto scorta e Paolo Ruffini, direttore di TV 2000, il direttore di Giffoni Film Festival Gubitosi, il cantante Maldestro, Santina Mutto, sostenitri­ce della fondazione, ora scomparsa.

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