Corriere del Mezzogiorno (Campania)
De Luca: la Regione rischia di chiudere
Il presidente torna nell’hotel delle «fritture di pesce»: io, unica vera espressione della destra europea
Cinquecento milioni di disavanzo relativi a bilanci degli anni precedenti. «Debiti ereditati che ci fanno rischiare la chiusura della Regione» denuncia Vincenzo De Luca. Il governatore aggiunge: «Lotterò per ottenere una dilazione di venti anni», per la legge si dovrebbero pagare in tre.
NAPOLI «Oggi abbiamo approvato la variazione di bilancio in consiglio regionale, triennio 2017/2019, per un disavanzo di 510 milioni del 2014. La Corte dei Conti ha rilevato un buco di bilancio di più di due miliardi di euro da coprire relativo agli anni 2013, 2014 e 2015. Gestione non nostra, ma di quando non sono stati approvati i bilanci consuntivi. Se non ci consentono di dilazionare il pagamento del debito, rischiamo di chiudere la Regione».
L’eco delle parole del presidente della giunta, Vincenzo De Luca, scuote gli sguardi dei presenti. Avviene tutto nella stessa sala dell’Hotel Ramada, zona Ferrovia, che Vincenzo De Luca giusto un anno fa elevò a tempio delle fritture di pesce. È lui a ricordarlo alle centinaia di amministratori comunali e simpatizzanti convocati dai promotori della lista Campania Libera, i consiglieri regionali Tommaso Casillo e Luigi Bosco. «È qui che ho scoperto come l’Italia sia diventata un paese di imbecilli — irrompe il governatore —. Per fare una battutaccia su un amico sindaco(Franco Alfieri, all’epoca primo cittadino di Agropoli e ora capo della sua segreteria, ndr) eletto con l’80 per cento dei consensi, mi sono addirittura ritrovato indagato per voto di scambio. Occorrerebbe riaprire i manicomi». De Luca sa come arringare la folla, solleticarne l’ombelico, blandire l’uditorio. I suoi tempi, come le sue pause, sono impeccabili, soprattutto quando punta i grillini e li redarguisce con una smorfia: «Non hanno voluto le Olimpiadi. Sono contro le Universiadi, per le quali finalmente in Finanziaria è passato l’emendamento per la nomina di un prefetto come commissario. E contro l’Ospedale del Mare. Perché devono... saltare in piazza». Ma poi tra il serioso e il compiaciuto avverte i militanti di Campania libera: «Non siate un movimento di combattenti e reduci, di persone che litigano con il Pd e qui trovano riparo. Dovete accogliere forze fresche, uomini e donne provenienti da altre esperienze. La vera espressione della destra europea sono io, se questa si caratterizza per senso dello Stato, per la battaglia anti burocratica, per la semplificazione delle procedure, il sostegno alle imprese, l’attenzione alla sicurezza. Si può lavorare bene anche con chi condivide il nostro sistema di lavoro». E giù gli applausi, come a teatro.
Tra i presenti l’ex parlamentare socialista Felice Iossa; l’ex assessore di Napoli, Pina Tommasielli; l’assessore regionale al Turismo, Corrado Matera; e il generale Carmine De Pascale, consigliere regionale della lista De Luca presidente. Casillo auspica unità intorno alla figura del governatore e rimprovera quei «consiglieri regionali di maggioranza che assumono atteggiamenti stupidi di disfattismo pur di esprimere un dissenso». Bosco ricorda con un applauso il sindaco di Cellole, Angelo Barretta, scomparso improvvisamente qualche giorno fa. Mentre il presidente della Regione passa ad elencare tutte le opere realizzate che, a fine anno, saranno contenute in un opuscolo. Poi, si dice preoccuverifiche pato per le fake news e invoca sanzioni più severe per chi le diffonde. Si giustifica per il ritardo che accompagna la rimozione delle ecoballe adducendo motivi procedurali, legati alle minuziose dell’Autorità anti corruzione: «Così la camorra non mangerà più con i rifiuti». Spiega che il piano ospedaliero è stato approvato dal Governo con qualche prescri- zione per riequilibrare i posti letto e di aver recuperato 300 milioni di premialità 2014 e 180 milioni per l’edilizia sanitaria. Riferisce pure che lo ha chiamato Vittorio Sgarbi, prossimo assessore regionale in Sicilia, «così ora sarà possibile avere qualche Caravaggio in esposizione a Napoli».
Ma dopo la seduta del consiglio regionale dedicata alla approvazione della variazione di bilancio torna sulla piaga del debito: «Nel conto consuntivo del 2013 la Corte dei conti ha trovato un buco di oltre 2 miliardi. Nel 2014 di 500 milioni e nel 2015 forse sarà addirittura superiore. Sono state sostenute spese senza copertura finanziaria: veniva approvato il bilancio di previsione, ma non quello consuntivo. La legge, fino al 2013, consentiva di spalmare il debito su trent’anni. Oggi non è più così, esigono che si estingua in tre anni. Ci battiamo per dilazionarlo almeno in 20 anni». Forza Italia, con il suo capogruppo, Armando Cesaro, ha inviato un esposto alla Corte dei conti «sull’ipotesi di gravi irregolarità nelle procedure adottate per l’approvazione in commissione Bilancio del provvedimento di ripiano del disavanzo al 2014». L’opposizione teme che vengano tagliati i fondi per bonifiche e disabili: «Nei fatti con questo provvedimento di sottraggono 308mila euro all’assistenza domiciliare integrata, 400 mila euro di euro ai mutui contratti dai Comuni per avviare opere pubbliche e ben 6 milioni di euro dal capitolo delle bonifiche dall’amianto».
Il debito In totale il «rosso» della Regione ammonta a 5,3 miliardi