Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Fermato il pistolero di Chiaia È il figlio di un boss di Fuorigrotta Il pm: non sparò per difendersi
Si chiama Giuseppe Troncone, 20 anni. Per i pm non è vero che abbia sparato per legittima difesa
Dopo la sparatoria della notte tra sabato 18 e domenica 19, quella in cui furono feriti alcuni giovani che si trovavano nelle vie della movida di Chiaia, avrebbe cercato di depistare le indagini, presentandosi al pronto soccorso dell’ospedale di Pozzuoli, sostenendo di avere subìto una rapina e convincendo altre persone a raccontare la stessa bugia. Anche per questo Giuseppe Troncone, 20 anni, figlio di un boss di Fuorigrotta condannato a otto anni per associazione camorristica, è stato fermato ieri nell’ambito dell’inchiesta sugli spari durante la movida. I pm Antonella Fratello e Celeste Carrano, titolari del fascicolo, gli contestano il tentativo di omicidio e ritengono che sussista un consistente rischio di inquinamento probatorio.
NAPOLI Dopo la sparatoria ha cercato di depistare le indagini, presentandosi al pronto soccorso dell’ospedale di Pozzuoli, sostenendo di avere subìto una rapina e convincendo altre persone a raccontare la stessa bugia.
Anche per questo Giuseppe Troncone, 20 anni, figlio di un boss di Fuorigrotta condannato a otto anni per associazione camorristica, è stato fermato ieri nell’ambito dell’inchiesta sugli spari durante la movida. I pm Antonella Fratello e Celeste Carrano, titolari del fascicolo, gli contestano il tentativo di omicidio e ritengono che sussista un consistente rischio di inquinamento probatorio.
Troncone è stato rintracciato dalla squadra mobile in casa di un parente ieri mattina; nel pomeriggio si sarebbe dovuto presentare in Procura assieme al suo difensore, avvocato Antonio Abet, ma gli inquirenti hanno deciso di accelerare per motivi investigativi. Nelle prossime ore sarà fissata l’udienza di convalida del fermo.
Il giovane, che prima di sparare era stato a sua volta ferito con un coltello alle gambe e all’addome, era stato identificato nei giorni scorsi. Sosteneva di avere sparato per difendersi, dal momento che era stato accerchiato da un gruppo di coetanei provenienti da San Giovanni a Teduccio e legati al clan camorristico dei Formicola. Dalle indagini, tuttavia, emergerebbe che le cose non sono andate esattamente così. Nel decreto di fermo i pm sottolineano che non sussistono nè la legittima difesa nè l’attenuante della provocazione: per il codice, infatti, quando avviene una rissa le offese sono reciproche. La parola definitiva spetterà al gip. Nel frattempo il lavoro degli inquirenti continua a ritmo sostenuto: l’obiettivo è identificare tutti quelli che hanno preso parte ai fatti di Chiaia. Col passare dei giorni prende piede sempre più il convincimento che l’incontro tra i due gruppi, quello legato ai Formicola e quello vicino ai Troncone, non sia stato casuale: troppe le armi usate nella rissa. Quasi certamente i ragazzi si erano dati appuntamento in precedenza su Facebook.
Ieri, intanto, il questore di Napoli, Antonio De Iesu, è tornato ad affrontare il tema della devianza giovanile. Lo ha fatto intervenendo al dibattito «Costruendo una città sicura» organizzato dalla rivista di geopolitica Limes. «Le forze dell’ordine — ha detto De Iesu — fanno tantissimo, i fronti su cui sono impegnate sono molteplici, ma accanto all’attività repressiva è necessaria un’azione di rigenerazione. Bisogna chiedersi perché i quartieri hanno generato questi malviventi». Il questore, nel corso del suo intervento, ha sottolineato che «l’età dei malviventi si è abbassata in modo preoccupante. Ci troviamo di fronte a giovani che esprimono una malvagità e un’assoluta mancanza di rispetto per la vita umana altrui. Una malvagità che non dovrebbe appartenere a ragazzi in alcuni casi nemmeno maggiorenni».
Il questore De Iesu Le forze dell’ordine fanno tantissimo, ma accanto all’attività repressiva serve un’azione di rigenerazione L’età dei malviventi si è abbassata in modo molto preoccupante Siamo di fronte a giovani che esprimono malvagità e un’assoluta mancanza di rispetto per la vita altrui