Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’ex guerriglie­ra palestines­e bloccata alla frontiera Il prorettore: sì al convegno

Leila Khaled potrebbe partecipar­e in videoconfe­renza al convegno della Federico II

- Di Fabrizio Geremicca

NAPOLI Respinta martedì in tarda serata all’aeroporto di Fiumicino come soggetto indesidera­to, Leila Khaled il 4 dicembre non potrà più partecipar­e di persona all’incontro promosso dai gruppi a favore della Palestina nell’aula 4 del dipartimen­to di Giurisprud­enza della Federico II, in via Marina.

La settantenn­e militante del Fronte Popolare per la Palestina, protagonis­ta nel 1969 e nel 1970 di due dirottamen­ti aerei che si conclusero senza vittime, eccezion fatta per uno degli stessi dirottator­i, il nicaraguen­se Arguello (il quale fu ucciso da un agente delle forze di sicurezza israeliane) è già ritornata in Giordania, dove vive.

I suoi sostenitor­i in Italia, però, che protestano contro il provvedime­nto assunto dal governo italiano e denunciano «l’arbitrarie­tà del diniego all’accesso di Khaled nel nostro Paese», non hanno intenzione di arrendersi. Non ci sono ancora conferme ufficiali, perché ne hanno discusso ieri nel corso di un’assemblea che si è protratta fino a tarda ora, ma si propongono di far parlare Khaled in videoconfe­renza alla stessa ora in cui avrebbe dovuto essere a Napoli. Il luogo potrebbe essere una piazza o la stessa aula che era stata individuat­a per il dibattito alla Federico II. Deciderann­o tra oggi e domani.

La sede universita­ria, in ogni caso, resta disponibil­e, perché l’Ateneo, nonostante il divieto di accesso in Italia adottato dallo Stato italiano nei confronti di Khaled, non ha intenzione di fare marcia indietro e di negarne l’utilizzo. «Per noi l’aula rimane assegnata agli studenti il pomeriggio del 4 per l’incontro», conferma Arturo De Vivo, che è stato preside alla Facoltà di Lettere e Filosofia ed ora è prorettore. Argomenta: «La richiesta di avere la disponibil­ità di uno spazio nel dipartimen­to di Giurisprud­enza è stata avanzata pochi giorni fa agli uffici del rettorato della Federico II da un gruppo di ragazzi iscritti all’Università, i quali hanno detto che il 4 dicembre avrebbero preso parte all’iniziativa anche esponenti istituzion­ali cittadini». Prosegue il prorettore: «Mi sono informato e ho verificato che Khaled, oggi settantenn­e, un paio di mesi fa è intervenut­a al Parlamento Europeo ed ha avuto occasione di parlare in pubblici incontri anche in altri Paesi europei. Ancora, ho verificato che non è mai stata coinvolta direttamen­te in fatti di sangue e che i due dirottamen­ti risalgono a 50 anni fa. Insomma, non mi è parso — e ne sono ancora convinto — che ci fossero motivi per negare l’aula agli studenti che ne avevano fatto richiesta».

Aggiunge il professore De Vivo: «L’Università può e deve essere un luogo di confronto franco ed aperto, è insito nel suo codice genetico». Khaled, dunque, se i suoi sostenitor­i a Napoli lo vorranno e non opteranno, a questo punto, per una piazza, potrà parlare all’Università, sia pure attraverso uno schermo video.

Il caso Khaled, ieri, ha sollecitat­o commenti e prese di posizione anche da parte di alcuni esponenti della maggioranz­a che sostiene il sindaco de Magistris in consiglio comunale. «L’Italia — ha sostenuto Pietro Rinaldi in un post pubblicato su facebook — è sempre più vigliacca e prostituis­ce la sua Costituzio­ne pur di non disturbare chi occupa ed opprime ingiustame­nte il popolo palestines­e».

Secondo Eleonora de Majo «il respingime­nto di Leila è privo di senso, perché lei tiene da anni conferenze e dibattiti in tutte le maggiori città d’Europa». La scorsa settimana, quando ancora era previsto che Khaled sarebbe intervenut­a all’ex Asilo Filangieri e nessuno avrebbe immaginato che sarebbe stata respinta all’aeroporto in ingresso in Italia, anche lo storico Giuseppe Aragno, docente universita­rio e componente di Dema, l’associazio­ne legata al sindaco de Magistris, aveva auspicato che la militante palestines­e potesse parlare senza censure od ostacoli. Sul versante opposto Mara Carfagna, consiglier­e comunale e parlamenta­re berlusconi­ana, aveva preannunci­ato una interrogaz­ione parlamenta­re per chiedere che a Khaled fosse negato il visto in ingresso nel nostro Paese. «C’è il rischio - aveva sostenuto - che venga a Napoli a fare propaganda a favore del terrorismo».

De Vivo «L’università è un luogo di dialogo franco e aperto, ciò è insito nel suo dna» De Majo «Decisione priva di senso non averle accordato il permesso di entrare in Italia»

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Leila Khaled e nella foto piccola da giovane negli anni ‘70
 ??  ?? Combattent­e per la causa palestines­e, di recente ha tenuto un intervento al Parlamento europeo ed è stata ospite in molti convegni
Combattent­e per la causa palestines­e, di recente ha tenuto un intervento al Parlamento europeo ed è stata ospite in molti convegni

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