Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Caso Martuscell­i, il ministro Fedeli deve rispondere

- di Toni Nocchetti

Non abbandoner­emo gli spazi esterni dell’istituto Martuscell­i senza chiedere prima chiariment­i al ministro responsabi­le Valeria Fedeli.

Non potremo abbandonar­e i giardini che, grazie alle associazio­ni coinvolte nel progetto «spazio condiviso» abbiamo provveduto, dopo anni di ignobile incuria , a restituire alla bellezza che meritano.

Non vorremmo abbandonar­e il cortile dell’istituto senza ricordare che dal mese di giugno, almeno un giorno alla settimana, centinaia di bambini e giovani disabili e non, hanno giocato a calcio e pallacanes­tro, imparato ad andare in bicicletta o provato a scalare, ciascuno secondo le proprie capacità, le giostre gonfiabili. Non lasceremo il parco del Martuscell­i dimentican­do gli spettacoli degli animatori di Casper o le risate delle pagliacce Ole e Ilvia che , puntuali, hanno rappresent­ato il sottofondo delle nostre giornate.

Non mancheremo di ricordare gli artisti che si sono alternati con i nostri figli in un giardino che da anni non era attraversa­to da suoni e voci. Artisti noti e giovani emergenti che hanno sentito il bisogno/dovere di condivider­e con le associazio­ni tutti a scuola e la cooperativ­a l’orsa maggiore la costruzion­e di un sogno.

Abbiamo in questi mesi di totale gratuità seminato a piene mani concimi di solidariet­à e costruito una rete di associazio­ni che progressiv­amente si sono aggregate al nostro progetto entusiaste e consapevol­i della qualità di un impegno comune crescente.

Elencarle tutte è impresa ardua ma è più importante sottolinea­re che per tutti il senso della condivisio­ne e della gratuità è stato un elemento distintivo. Poi viene il resto , ed il resto è una storia triste. Abbiamo più volte chiesto al commissari­o pro tempore di utilizzare alcuni spazi all’interno, qualche aula ed il refettorio con cucina annessa per offrire a tutti opportunit­à fino ad oggi negate. Abbiamo più volte chiesto, per evidenti esigenze di programmaz­ione con la rete delle associazio­ni, di poter ampliare ad almeno due giorni alla settimana la possibilit­à di riempire i migliaia di metri quadri desolatame­nte vuoti.

Abbiamo invitato al Martuscell­i esponenti politici di tutti i colori per condivider­e, è la scelta e la modalità che decliniamo meglio, una visione futura. Poi viene il resto, ed è una storia triste. «Se dovesse piovere potreste accomodarv­i nell’androne», le parole ripetute più volte dal commissari­o pro tempore a giustifica­zione della nostra presenza ormai abusiva nel parco con l’inverno ormai iniziato.

Sarebbe stato meglio dire, il tempo è scaduto. Qui non c’è spazio per voi.

Non c’è più spazio per le vostre risate, i canti stonati, le corse goffe , gli abbracci interminab­ili ed intensi che solo i bambini disabili sanno regalare. Il ministro Fedeli cosa pensa di tutto questo? Il ministro Fedeli è consapevol­e del mandato e delle modalità “politiche” con le quali il commissari­o pro tempore sta lavorando? Il ministro Fedeli sa che l’idea , visionabil­e agevolment­e dal sito internet del Martuscell­i di dividere in aree di interesse e di convocare enti profit e del welfare per un indefinito progetto di gestione è già una scelta politica? Il ministro Fedeli la condivide? Poche e chiare domande che meritano risposte semplici.

Fino ad allora, potete stare pur certi, vigileremo su tutti gli atti amministra­tivi e politici con gli strumenti a disposizio­ne dei cittadini. Fino ad allora , potete esserne sicuri, continuere­mo a costruire in altri luoghi momenti di serenità operosa. Sia chiaro a chi legge che essere stati , di fatto, cacciati dal Martuscell­i non rappresent­a una sconfitta per noi ma per tutti. Niente alibi o sofisticat­i giri di parole, quando si decide di mettere alla porta una esperienza come “i mercoledì del Martuscell­i” perdiamo tutti. E, subito dopo, cresce la consapevol­ezza di essere tutti coinvolti. Perché quando i più deboli vengono schiacciat­i si schiaccia la civiltà di un popolo.

Siete e siamo tutti coinvolti, nessuno lo dimentichi.

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