Corriere del Mezzogiorno (Campania)
I sindacati medici: «In ospedale portate il letto da casa»
NAPOLI Il messaggio è forte. Con le proprie differenze, ma uniti sotto un’unica bandiera, i sindacati della dirigenza medica (Anaao AssomedAaroi Emac-Cimo - Ggil Fp Medici – Cisl Medici - Cgil Fp Spta- Uil Fpl Medici - Fvm - Fassid - Fedir – Fesmed Aupi - Sinafo – Sidirss – Ugl Medici) hanno diffuso un volantino che è un chiaro dissenso verso un piano ospedaliero che considerano «calato dall’alto», ma anche al modo nel quale si intende portarlo avanti.
Il volantino, che è in realtà un decalogo, ha una premessa molto chiara rivolta ai cittadini: «Capiamo la vostra rabbia quando vi recate nei presidi dove lavoriamo per cercare la giusta assistenza ma, credeteci, non ne siamo responsabili. Lottiamo ogni giorno per garantire la vostra salute e per lavorare in un ambiente sicuro, per voi e per noi. Centinaia e centinaia di colleghi lavorano con contratti precari, senza diritti, senza certezze, senza stabilità».
Poi il riferimento alla Regione che «ci ha messi con le spalle al muro, l’unica cosa che ci resta da fare è raccomandarvi questo decalogo di sopravvivenza».
E giù con le 10 regole che per i sindacati servono a sopravvivere alla sanità regionale. Tra le altre: «Comunicare ufficialmente alla camorra che è vietato sparare, almeno fino a quando non saranno funzionanti h24 i pronto soccorso dell’Ospedale del mare e del Cto». E ancora: «Se dovete recarvi per forza in pronto soccorso non dimenticatevi di “dotarvi” oltre che di tanta pazienza, di un “lettino”, magari di quelli pieghevoli, per la cronica mancanza di barelle» e «accendete un cero a San Vincenzo affinché anche voi abbiate una qualità di assistenza pari alle altre Regioni e la programmazione sa- nitaria non sia soltanto un libro bianco».
Una provocazione? Chiaramente sì, ma l’allarme lanciato è tutt’altro che fasullo. E, probabilmente, è anche l’ultima mano tesa nei confronti della Regione, l’ultima richiesta di avviare un dialogo sulla programmazione sanitaria.
La sensazione e che, dopo questo ennesimo gesto eclatante dell’intersindacale medica, l’unica strada percorribile sarà quella di uno sciopero. Anche se, al momento, nessuno dei sindacalisti ne parla apertamente. Sul tavolo c’è ancora una possibilità che De Luca, da commissario alla sanità, decida di convocare le parti sociali. Da sciogliere c’è la questione dei precari, che nella sanità campana sono circa 1.200 e che di fatto reggono in piedi il sistema. De Luca nel 2015 ha fatto molto in questo senso, ma per i sindacati «negli anni a seguire la questione è diventata più che altro oggetto di annunci».
Un esempio molto pratico di una delle storture del sistema lo fa Bruno Zuccarelli, segretario regionale dell’Anaao, parlando di ore di straordinario non pagate. «Un nostro dirigente medico si è trovato con 419,17 ore di lavoro in più svolte durante tutto il 2016, quasi 12 settimane in più di lavoro all’anno. Una settimana in più al mese. Il 1 gennaio 2018 le 419,17 ore “spariranno magicamente”, al dirigente medico non saranno pagate, non gli sarà data la possibilità di recuperarle. Avrà lavorato gratuitamente. Saranno sostituite dal totale delle ore che avrà svolto durante tutto l’anno 2017 e così di anno in anno». Non aiuta, chiaramente, la conferma di un piano ospedaliero dal quale i sindacati prendono le distanze.