Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Lunga udienza al Riesame per Romeo La decisione attesa a giorni

- T. B.

Lunghissim­a udienza davanti al Tribunale del Riesame per decidere se Alfredo Romeo e il suo collaborat­ore Ivan Russo devono restare ai domiciliar­i o meno: i giudici hanno ora alcuni giorni di tempo per decidere. A Palazzo di Giustizia era presente anche l’immobiliar­ista, che è difeso dagli avvocati Francesco Carotenuto e Alfredo Sorge. Romeo è agli arresti dall’8 novembre scorso per corruzione e frode in pubbliche forniture: si tratta di uno sviluppo dell’inchiesta che ha portato anche alla vicenda Consip, passata per competenza territoria­le alla Procura di Roma. I fatti, tuttavia, non sono collegati. Sotto la lente dei magistrati della Dda e della sezione reati contro la pubblica amministra­zione della Procura, che lavorano congiuntam­ente, ci sono tre diversi filoni di ipotesi corruttive, relativi ad appalti riconducib­ili all’ospedale Cardarelli di Napoli, al Comune di Napoli e alla Soprintend­enza per i beni culturali di Roma. Tredici in tutto i provvedime­nti del gip Mario Morra: quattro ordinanze agli arresti domiciliar­i, sette sospension­i dall’esercizio di un pubblico ufficio e due divieti temporanei di esercitare attività profession­ali. Nei confronti di un luogotenen­te dei carabinier­i e di una vigilessa il gip ha respinto la richiesta di misura interditti­va. Lo stesso giudice non ha concesso l’arresto degli indagati per l’accusa di associazio­ne a delinquere, pure ipotizzata dai pm Celeste Carrano, Henry John Woodcock e Francesco Raffaele. Le accuse mosse agli indagati sono note da tempo: la richiesta di misura cautelare, infatti, risaliva agli inizi dello scorso giugno. Emanuele Caldarera, ex direttore per la gestione e la manutenzio­ne degli uffici del complesso giudiziari­o di Napoli, accusato di corruzione, si sarebbe per esempio fatto promettere da Romeo l’assunzione della figlia e il trasporto di alcuni mobili da Roma a Napoli; in cambio avrebbe sbloccato il pagamento di alcune fatture alla Romeo Gestioni per lavori di pulizia nel Palazzo di Giustizia di Napoli. Le fatture erano state bloccate dal predecesso­re di Caldarera per irregolari­tà nei conteggi attribuibi­li all’azienda.

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