Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La città si ferma, c’è Napoli-Juve
Sessantamila al San Paolo per la sfida dell’anno. Contro il tridente delle meraviglie torna Higuain
La città si ferma, c’è Napoli-Juve al San Paolo con sessantamila spettatori. Qualche negozio chiuderà in anticipo, Gomorra sarà in tv sin dal mattino. Higuain torna nel suo ex fortino, ma Insigne è pronto allo sgambetto. Sarri ha osservato il silenzio della vigilia, Allegri: «Sei tu il favorito».
NAPOLI Napoli si ferma, aspettando con il fiato sospeso la sfida di stasera contro la Juventus. Molti negozi chiuderanno in anticipo, Gomorra sarà in tv sin dal mattino.
Il più bel gioco d’Europa, la migliore fase difensiva in Italia, il carattere cinico e spietato di una squadra che oggi rispetto al passato sa soffrire e gestire. Ed è finalmente capace di vincere con un solo gol di scarto. Piace a tutti parlare così del Napoli, aspettando l’esito della sfida con la Juventus. Soprattutto aspettando di vedere sul campo le carte, quelle vere, di Massimiliano Allegri. Higuain, in primis. La settimana è servita ai bianconeri per il cinema del «gioca- non gioca». Da un lato l’allenatore, che con fare disinvolto si è affidato all’eventuale recupero lampo del suo centravanti. Dall’altro i messaggi rassicuranti via social del Pipita che inducevano a credere che mai avrebbe rinunciato alla trasferta napoletana. Ed effettivamente il suo nome figura nella lista dei convocati e anche dei possibili titolari. Sarri lo scoprirà vivendo una delle serate più importanti della sua vita calcistica, gestendo dalla panchina una sfida che non è decisiva per lo scudetto, ma che dirà tanto in chiave prospettica. Lo scoprirà insieme con i suoi affidabili undici giocatori, di cui non non fa mistero e si affiderà al gioco, arma letale in certi casi. La Juventus al San Paolo non gli ha fatto stravolgere la sua vigilia-tipo. Allenamento, partite ancora da guardare e studiare, nessuna conferenza stampa. La scaramanzia prima di ogni cosa. E dargli torto oggi diventa anche difficile. Zitto zitto lui vince sempre (o quasi) e rispetto al ruolo di favorito, che per ultimo gli ha affibbiato lo stesso Allegri, (al contrario molto loquace con i giornalisti), non ha speso una sola parola. Chi ben lo conosce assicura che gesti e riti apotropaici si sono sprecati nella giornata di ieri. Chi conosce la sua indole fumantina sa anche che non ha gradito le parole di Max, il collega toscano, sull’ inutile appellarsi ai
fatturati, alle condizioni del campo e alle soste per la Nazionale. Ma è rimasto zitto, forse ancor più zitto. Concentrandosi evidentemente sull’unica risposta da dare, quella sul campo. Davanti a quasi sessantamila spettatori nel fortino di casa. Non è obbligato a vincere per rincorrere lo scudetto, ma se l’impresa non dovesse riuscire dovrebbe preoccuparsi del contraccolpo psicologico che un risultato negativo potrebbe avere sulla squadra.
Proprio per l’attenzione che si è creata attorno alla sua squadra, ormai solida e cinica. Un rischio che il Napoli corre, ma soltanto la verifica sul campo darà l’unica e vera risposta. Tre punti, dunque, avrebbero un significato risibile in chiave scudetto, ma consegnerebbero alla sua squadra la laurea di «top club». Un pareggio avrebbe il sapore di un brodino. Vada come vada, alla fine, Sarri parlerà dopo il silenzio più lungo. Zitto anche con Salvini, ospite inaspettato ieri sera in hotel. Ma questa è un’altra storia.