Corriere del Mezzogiorno (Campania)
I comitati: «Noi cittadini vittime del frastuono»
Si riuniscono in via Alabardieri i residenti dei quartieri resi invivibili dalla vita notturna
«Io dormo otto ore solo la notte tra il lunedì ed il martedì, quando il locale sotto casa mia è chiuso. Nel resto della settimana non ne se parla. Da mezzanotte alle tre è un inferno: musica a tutto volume, schiamazzi, urla, risa sguaiate. Fuori e dentro il locale, perché gli avventori utilizzano i cofani ed i tettucci delle auto come tavolini per poggiare piatti di plastica e bottiglie e bivaccano».
Giovanni Citarelli ha casa in via Bellini e ha perso la pace. Dice: «Abito al primo piano ed è come se li avessi in casa. La mattina sono una pezza. Ho rinunciato ad accudire da solo il mio nipotino piccolo perché durante il giorno mi addormento all’improvviso. Subisco sei giorni su sette una intollerabile violenza. Alla fine mia moglie, che insegna, ed io ci rimetteremo la salute».
Ieri pomeriggio c’era anche lui all’incontro promosso in via Alabardieri dal comitato per la quiete pubblica napoletana e la vivibilità cittadina. Raggruppa, quest’ultimo, una parte delle vittime della movida selvaggia che vivono nel centro storico, al Vomero, a Chiaia, a Bagnoli. Non tutti, perché c’è un secondo comitato, capeggiato da Caterina Rodinò, che pare non essere in ottimi rapporti con il primo.
I rappresentanti della città che soffre, perché non può dormire a causa della città che si diverte, ma non riesce o non vuole farlo rispettando gli altri, si sono dati appuntamento su iniziativa dell’ex consigliere comunale Gennaro Esposito, un avvocato che vive in centro storico, per stabilire come proseguire nella mobilitazione. Partono tutti da un giudizio negativo nei confronti della recente ordinanza del sindaco de Magistris. C’è chi la considera troppo morbida e c’è chi fa notare che, in realtà, gli strumenti per tenere a bada i fracassoni esistono già, ma quel che è mancato finora sono stati i controlli.
Scoramento, preoccupazione per il deprezzamento delle case di proprietà, stanchezza e rabbia i sentimenti prevalenti tra quelli che sono forzati alla veglia dai decibel a tutto volume, che non possono camminare neppure a piedi a causa delle auto in sosta selvaggia che i frequentatori dei locali affidano ai parcheggiatori abusivi, che al mattino, quando escono dal portone si tappano il naso per non avvertire il tanfo di urina.
Beatrice Carrillo, che insegna italiano e storia a scuola, lancia un appello ad Alessandra Clemente, l’assessore alle politiche giovanili ed alla polizia municipale. «Quando insegnavo alla Livatino, una scuola di frontiera, ho avuto occasione di incontrarti per le iniziative promosse da Libera. Ecco, cara Alessandra, recupera quella tua tensione forte alla legalità ed impegnati davvero a ristabilire le regole nelle strade del divertimento».