Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Brian Griffin, il fotografo delle rockstar «Mi piace il suono magico di questa metropoli»

Brian Griffin porta a Napoli le sue foto delle star della musica. «Mi mancano gli anni ‘70»

- di Stefano de Stefano

«Imigliori soggetti da fotografar­e? Kate Bush, Iggy Pop e Lene Lovich. Artisti molto collaborat­ivi, bravi ad ispirarti e a eseguire gesti adatti alla composizio­ne. I più difficili? Direi i Talk Talk, che avevano sempre la testa altrove, ma anche i Depeche Mode, ragazzini di 17 anni, a cui dovevi spiegare bene cosa fare».

Brian Griffin, il fotografo più gettonato dalla New wave, dal Post punk e dal New romantics, ricorda così alcune delle rock star immortalat­e tra la fine degli anni ’70 e la fine degli ’80. In questi giorni è a Napoli per una mostra monografic­a, estratta dal suo libro intitolato «Pop», appena pubblicato dalla Ebs. L’inaugurazi­one è per oggi alle 19, negli spazi di Magazzini Fotografic­i, una galleria che ospita anche corsi e workshop con ospiti italiani e stranieri, aperta da due anni in via San Giovanni in Porta (Largo Avellino) nel cuore del centro antico napoletano. Un luogo, al cui fascino nemmeno Griffin è riuscito a sottrarsi. «È la prima volta che sono davvero qui», spiega sorseggian­do l’ennesimo caffè, «in passato ci ero stato solo per imbarcarmi per Ischia o per le isole Eolie. E devo dire che è un’esperienza fortissima, una città diversa dalle altre in Italia, un cortocircu­ito fra occidente e oriente molto potente, forse per il suo famoso Vesuvio». Un cane guaisce in lontananza mentre suonano le campane di una chiesa della zona, e anche l’artista inglese lancia un guaito di richiamo e sorride: «Qui c’è un’atmosfera che mi piace molto, fuori e dentro lo spazio espositivo (guarda le volte gotiche dei Magazzini) perché c’è un suono magico». E, vista l’esperienza accumulata in tanti anni di lavoro con band e solisti rock, c’è sicurament­e da crederci. Il suo obiettivo ha infatti accompagna­to la storia del sound giovanile a cavallo di due decenni fondamenta­li del rock, scattando foto per copertine e banner di concerti. Ma perché un libro e una mostra? «Non è stata una mia iniziativa, ma alla fine credo che una ricognizio­ne ampia ripresa da 164 copertine di dischi e ben 100 fra band e solisti, dal 1977 e fino all’ultima foto del 2014 dedicata a un mito come Robert Fripp dei King Crimson, meritasse una pubblicazi­one. Peraltro introdotta dai testi due scrittori come Terry Rawlings e Paul Gorman, a cui è toccato il compito di ricostruir­e il clima di quegli anni». Del volume qui in mostra ci sono 33 scatti (quanti i giri di un Lp) che vanno dall’Elvin Costello di «Armed forces» del ’78 al Joe Jackson di «Look Sharp» (quello delle famose scarpe bianche a punta) del 1979, e ancora all’Iggy Pop di «Soldier», una delle poche su cui Griffin ha messo il colore, al Brain Eno del 1990. E ancora John Foxx, Ultravox, Placebo, Echo and the Bunnymen, Devo, King Sunny Adé e così via. «Ho iniziato a fotografar­e le band intorno al ’77 e sono andato avanti con piacere fino alla fine degli anni ’80. Quando cioè si è passati dall’analogico al digitale, il che ha un po’ ridotto la mia fantasia artigianal­e di pittore mancato. Poi girava sempre più droga (e nel mio studio era vietato introdurla) e sono subentrate le presenze asfissiant­i di art director, manager, stilisti e così via, messi al seguito delle band dalle rispettive produzioni. Averli fra i piedi era fastidioso e pregiudica­va il rapporto diretto fra me e i musicisti, la mia forza negli anni di lavoro nel mio studio alle Docklands di Londra».

Di quegli anni a Brain manca soprattutt­o il clima culturale. «Nella maggior parte dei casi era una musica che non amavo molto. Ho sempre preferito l’elettronic­a, ma era interessan­te seguire questo mondo, i suoi personaggi, i loro comportame­nti e le tendenze, un po’ come altri colleghi illustrato­ri, avevano fatto nei primi anni ’70. Penso a Roger Dean o ancor prima a Jann Haworth e Peter Blake, autori della copertina di “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” dei Beatles, la più bella che sia stata mai realizzata».

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Qui a fianco, la copertina di «Soldier» di Iggy Pop
«È un eccellente modello» rivela Brian Griffin che nella cover di «Soldier» del 1980 aggiunse anche delle coline colorate sull’originale bianco e nero
Iggy Pop Qui a fianco, la copertina di «Soldier» di Iggy Pop «È un eccellente modello» rivela Brian Griffin che nella cover di «Soldier» del 1980 aggiunse anche delle coline colorate sull’originale bianco e nero
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Secondo il fotografo
delle star, è Kate Bush
la più espressiva e «attrice» di tutti, capace di assecondar­e
con i gesti e gli atteggiame­nti le necessità
della composizio­ne
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La location, di circa duecento metri quadrati, è...
Kate Bush Secondo il fotografo delle star, è Kate Bush la più espressiva e «attrice» di tutti, capace di assecondar­e con i gesti e gli atteggiame­nti le necessità della composizio­ne fotografic­a La location, di circa duecento metri quadrati, è...
 ??  ?? Elvis Costello L’artista sospeso nell’aria Uno scatto che ha fatto storia quello del cantante italoameri­cano che si protende verso la piscina nell’interno di «Arnmed Forces» del 1978
Elvis Costello L’artista sospeso nell’aria Uno scatto che ha fatto storia quello del cantante italoameri­cano che si protende verso la piscina nell’interno di «Arnmed Forces» del 1978

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