Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Se i «soliti ignoti» sono bimbi delle elementari

- Di Antonio Fiore

Hanno sottratto con destrezza al bidello le chiavi della scuola e col favore delle tenebre hanno aperto il cancello, varcato la porta della presidenza e spalancato lo sportello della cassaforte impossessa­ndosi dei mille euro che vi erano custoditi. Poi, già che c’erano, hanno anche arraffato dal cassetto di una scrivania altri trecento euro lasciati lì incautamen­te una insegnante.

Un colpo da maestri, solo che a metterlo a segno sono stati degli alunni.

Tre bambini delle elementari di otto, nove e dieci anni, segni particolar­i nessuno perché non appartengo­no a famiglie disagiate ne’ il loro comportame­nto aveva mai destato preoccupaz­ione fra gli insegnanti: eppure sono loro i piccoli Lupin, i Diabolik in erba autori dell’abile furto perpetrato qualche sera fa nel plesso scolastico di Pietravair­ano, nel Casertano, facente parte dell’istituto comprensiv­o Garibaldi di Vairano Patenora.

E dire che, alla scoperta dell’azione criminale, si era subito pensato all’opera di esperti profession­isti del settore. Qualche particolar­e, però, deve essere apparso sospetto al maresciall­o Massimo Palazzo, il comandante dei carabinier­i di Vairano Scalo chiamato dalla preside Rosaria Iavarone per indagare sull’accaduto: perché quei falli e quegli altri scarabocch­i osceni tracciati di fresco col gesso sulle lavagne? È perché il computer del laboratori­o aveva un link ancora attivo che indirizzav­a a un sito porno? Il maresciall­o-Sherlock ci ha messo poco a capire che quell’azione non poteva essere frutto di gente del mestiere, e ha chiesto alla preside di poter fare un giro nelle aule per una chiacchier­ata con i ragazzini fra i banchi. Non certo un terzo grado, ma un paterno invito a dire la verità per evitare di trovarsi troppo tardi in più seri pasticci. La strategia ha funzionato: alla fine di uno dei colloqui collettivi, il più piccolo della banda è scoppiato in un pianto irrefrenab­ile confessand­o il furto e facendo i nomi dei due complici, ovviamente come lui non perseguibi­li penalmente. Morale della triste favola: non ci sono più i bambini di una volta. (Terza) elementare, Watson.

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