Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Vogliamo un progetto e un assessore alla notte»
Parla il presidente dell’associazione
NAPOLI - «La notte ha bisogno di un assessorato, di un progetto che sia portato avanti da istituzioni, commercianti e utenti. Questo è l’unico modo per poterla trasformare in risorsa perché rappresenti un investimento e non un “problema”». Così si esprime Fabrizio Caliendo lanciando i primi obiettivi della neonata sezione «notte» in seno a Confcommercio, da lui presieduta.
«Siamo noi che lavoriamo di notte i primi a soffrire dei disagi. Siamo senza sicurezza, senza trasporti e senza e servizi in una notte che non appartiene a nessuno se non all’anarchia. Un’anarchia nella quale banditi e violenti hanno la meglio».
Caliendo è uno che di notti ne capisce perché le «frequenta» e le gestisce da più di un quarto di secolo nonostante i suoi 43 anni. I primi passi li ha mossi agli inizi degli anni ‘90 come volantinatore dei e nei locali (rigorosamente dopo la mezzanotte) e come distributore del periodico «Fuori Battuta», allora una sorta di «Bibbia dei club notturni dove si faceva musica dal vivo. Fabrizio girava con un camioncino van e lasciava nei locali (di cui conosceva tutti i segreti) il giornale, di cui presto diventò direttore commerciale. Poi, l’apertura del Kestè a Pozzuoli, vent’anni fa. E la prima iniziativa dirompente: la denuncia degli estorsori che gli chiedevano il pizzo. Caliendo apre infine il suo Kestè anche in pieno centro storico di Napoli al Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli, proprio di fronte all’Orientale. E anche qui continua a lottare per i diritti propri e per quelli comuni.
«Mi sono sentito coinvolto in un processo di rivalutazione forzato della piazza - racconta - e così abbiamo combattuto subito contro l’assenza istituzionale, contro la criminalità, contro un buio che era una sorta di coprifuoco e che ci impediva di lavorare. L’unica luce accesa qui allora era il Kestè. Lo stato? Sempre assente, pure di fronte a un testimone di giustizia già testato come me. Attorno ai giardinetti fiorivano parcheggiatori abusivi e baby gang organizzate e i vandali si accanivano sulle cose, sulle piante e talvolta pure sugli uomini. Quindi abbiamo dovuto denunciare, ancora, tutti questi atti, racket compreso, per poter avere nel 2009 un’attenzione maggiore da parte dell’amministrazione che alla fine ci ha affidato la piazza, ma solo dopo varie minacce e un tentativo di rapina a mano armata che abbiamo subito quando il locale era pieno di ragazzi».
Nel 2009, quindi il primo atto istituzionale. «Il Comune ci affidò il largo che con la nostra associazione Atreteka avevamo recuperato grazie a volontari e attivisti, ma anche commercianti, studenti e agli utenti della piazza stessa, tutte forze propulsive che hanno portato i nostri giardini a diventare gli alberi fioriti i più rigogliosi del centro storico. Ora la piazza non è più un parcheggio e le luci si sono riaccese grazie all’organizzazione di eventi e serate a alla sinergia fra tutti i commercianti della zona».
Così sono nati i «Decumani del Mare». «Un simbolo per la notte a Napoli, un luogo vivo, sicuro, che commercialmente crea indotto. Un progetto pilota per tutta la città, soprattutto ora che siamo alla svolta turistica della notte. C’è bisogno di un progetto cittadino di sviluppo e non di un ordinanza cassatoria - conclude il presidente della associazione Notti napoletane - e a garantire ci pensiamo noi, che abbiamo unito e messo per la prima volta insieme le aree della notte, che oggi riescono a lavorare continuamente e contemporaneamente, un dato fondamentale questo per poter aprire, scrivere e realizzare una nuova pagina. Dopo la Consulta della notte della Seconda Municipalità, dopo il tavolo convocato in Prefettura e dopo questa associazione nata con la Confcommercio, ora il nostro obiettivo sarà veramente quello di avere un assessore della notte».