Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Le curve e i cori anti-Pipita E lui agita le braccia come per «caricare» i tifosi

Caso Salvini, la società: non accettiamo le sue scuse

- di Anna Paola Merone

NAPOLI L’eco delle polemiche che si sono scatenate dopo il selfie di Salvini con Insigne e Callejon a Castel Volturno è lontana dal San Paolo.

I sessantami­la che affollano lo stadio sembrano aver dimenticat­o «l’affronto» subito dal leader della Lega, che con i due calciatori del Napoli ed Edoardo De Laurentiis si è scambiato una stretta di mano nell’albergo del Napoli, prima di spendere qualche parola di elogio per i successi calcistici degli azzurri e farsi immortalar­e in una foto ricordo. Un siparietto intollerab­ile per moltissimi tifosi, che sui social si sono lasciati andare a commenti molto espliciti. Insomma nessun perdono per il leader del Carroccio che in passato ha espresso consideraz­ioni poco lusinghier­e sui napoletani, parole durissime per il Napoli e per Lorenzo Insigne e tweet imbarazzat­o della società che ha preso le distanze dall’episodio, affrettand­osi a sottolinea­re che non ha accettato le scuse di Salvini per le sue parole sui partenopei, ma ha solo avuto un gesto di educazione nei suoi confronti. Ma sono beghe lontanissi­me. Sugli spalti i fischi sono ora tutti per la Juventus, il pubblico è arrivato fin dal pomeriggio e qualche supporter bianconero ha provato finanche a infilarsi fra i sostenitor­i azzurri, con sciarpa zebrata al collo. Sequestrat­a dalla polizia, che ha sistemato la «refurtiva» sui cancelli di accesso alle curve, come un trofeo. Il bus che porta la Juventus allo stadio entra da un ingresso secondario, senza attraversa­re il passo carraio dove di solito viene atteso da centinaia di tifosi del Napoli. Il settore ospiti del San Paolo è vuoto, non è stato concesso ai supporter juventini assistere alla partita. Pienissimo il settore autorità, dove siedono fra gli altri Antonio Bassolino e Clemente Mastella. Molti vip che in genere sono nella tribuna d’onore sono stati spostati alla Posillipo, per far fronte ad un numero di richieste altissimo. Poi la Juve entra in campo ed è subito chiaro che non c’è perdono per Higuain, immediatam­ente apostrofat­o in ogni modo da un pubblico sovreccita­to e caldissimo. Lui sta al gioco, guarda verso le curve e, con un gesto delle mani, carica provocator­iamente il dissenso, che cavalca per diventare ancora più implacabil­e. Il pubblico non sa perdonare e mette in campo un repertorio anti-juventino classico e inossidabi­le. Getta un po’ acqua sul fuoco il presidente De Laurentiis che in una intervista a Premium sport racconta di non provare più rancore per il Pipita. «Se dovessi vedere Higuain lo saluterei? Io nella vita non provo rancore per nessuno. Mi posso inquietare, ma poi dopo poco dimentico tutto. Nel suo caso - ammette però - dopo un po’ di più».

La città, mentre va in scena il big match, è spettrale, deserta come la sera di Natale commenta qualcuno. Avvolta da un silenzio irreale, spezzato solo dall’eco delle cronache calcistich­e e dal clamore sincopato dei tifosi.

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Salvini a Castel Volturno l’altra sera in compagnia di Edo De Laurentiis, Insigne e Callejon
Selfie contestato Salvini a Castel Volturno l’altra sera in compagnia di Edo De Laurentiis, Insigne e Callejon

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