Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Quarto, Capuozzo cambia: «Riparto con Pizzarrott­i Nel M5S c’è assolutism­o»

- di Simona Brandolini

NAPOLI «Il Movimento5­Stelle è uscito dall’adolescenz­a politica non dopo il caso Quarto ma perché i suoi sindaci sono tutti indagati. Io, unica a non esserlo, sono stata espulsa». Rosa Capuozzo oggi lancia l’associazio­ne «Coraggio Quarto», al suo fianco un altro defenestra­to eccellente Federico Pizzarotti che guida un altro movimento Effetto Parma. Domani saranno tutti e due a Roma (con Luigi de Magistris, Pierluigi Bersani, Stefano Fassina) per battezzare Italia in comune, altro non partito, molto trasversal­e, che parte dalle esperienze degli amministra­tori e si propone di creare nuova classe dirigente.

Capuozzo lei resta senza partito.

«E non è semplice. il Movimento andava bene per i principi ma non era strutturat­o. La regola dell’uno vale uno non è funzionale nelle amministra­zioni. La condivisio­ne dei progetti è necessaria, però nel rispetto delle responsabi­lità».

Il caso Quarto è stato uno spartiacqu­e per i 5Stelle, ma è anche un unicum politico.

«E’ l’unico Comune in cui il Movimento ha alleati». Cioè? «Io sono stata eletta e avevo una maggioranz­a bulgara. Quando sono stata espulsa, sette consiglier­i sono passati all’opposizion­e. Quindi io oggi governo con l’M5S alleato di alcune forze civiche. È l’unico esempio in Italia».

Lei ha fondato Coraggio Quarto, quindi da oggi ha un partito personale?

«Mi ritrovo sindaco perché venti giorni prima delle elezioni il nostro candidato diede forfait. Però poi ho iniziato a amministra­re e mi sono resa conto che la politica tutta è lontana dai sindaci, siamo soli e siamo il front office vero. Credo che i sindaci abbiano necessità di fare da collante e essere ascoltati. Per questo stiamo creando una rete, anche perché il movimento ci ha detto che non eravamo autorizzat­i a vederci, a incontrarc­i. Ora lo stiamo facendo noi».

Cosa pensa oggi del M5Stelle?

«Che non esistono idee contrarie. Le correnti non fanno il male di un partito quando c’è sintesi, l’assolutism­o invece si». A marzo chi voterà? «Di sicuro non voterò il Movimento».

Le interessa quello che si muove a sinistra?

«Le correnti di pensiero diverso in uno stesso schieramen­to sono fondamenta­li, ma devono trovarsi punti programmat­ici per stare insieme davvero. Questa legge elettorale porterà all’ingovernab­ilità se non ci si allea prima».

Sta dicendo che auspica una coalizione Pd e sinistra insieme?

«Sì. Penso sarebbe un bene per il Paese».

Prima o poi militerà in un partito?

«Per ora vivendo molto l’emergenza non riesco a pormi orizzonti politici. Questo non esclude che in futuro possa farlo».

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