Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Vi spiego perché la pizza merita il riconoscim­ento dell’Unesco

- Di Ciro Oliva

L’arte del pizzaiolo era un mestiere che si stava perdendo, soffocata dalle insidie dei fast food d’importazio­ne. Da alcuni anni però siamo diventati protagonis­ti di una radicale inversione di tendenza.

Grazie tanti miei colleghi come Enzo Coccia, Gino Sorbillo, Antonio e Giuseppe Starita (e non se la prendano quelli che non cito) stiamo cercando di portare l’arte del pizzaiuolo in giro per il mondo, per riuscire a comunicare la nostra anima, la gioia e felicità che cerchiamo quotidiana­mente di trasferire in un semplice prodotto semplice che riesce a farsi amare in tutto il mondo. La pizza è infatti soprattutt­o amore. Si riesce a mangiarla fin da piccoli, la mangi con la tua fidanzata , con tua moglie. La mangi con i figli ed è come ritornare piccoli. È capitato anche a me con i miei due figli. Il riconoscim­ento dell’Unesco all’arte dei pizzaioli napoletani e l’inseriment­o nel patrimonio immaterial­e dell’umanità rappresent­erebbe un’opportunit­à incredibil­e. Sono state raccolte 2 milioni di firme. E mercoledì 6 a Seul conoscerem­o il verdetto finale. Incrociamo le dita. Poi ci sarà il tempo per festeggiar­e tra i vicoli e le bellezze di Napoli .

Tante persone nel mondo sono vicini alla pizza. Se siamo alla vigilia di questo importante traguardo che sembrava impossibil­e lo dobbiamo alla determinaz­ione di tanti. Da Alfonso Pecoraro Scanio alla stampa, fino ai nostri fornitori, ricordo per tutti il mugnaio Antimo Caputo, che riescono a supportarc­i nella nostra attività. Con semplici elementi acqua sale farina e lievito e condita con pomodoro, aglio, olio, origano, la pizza è amore e unione.

pizzaiolo di «Concettina ai tre santi»

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