Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Bassolino: I fischi a Higuain? Diciamlo pure, lui ci ha messo tanto di suo

- Simona Brandolini

NAPOLI «Sono stato un Maradona nel ‘93 quando sono stato eletto sindaco — dice Bassolino — ora serve un Sarri, un allenatore per i giovani. Io spero di vincere, come spero che lui porti il Napoli allo scudetto». Antonio Bassolino non aveva ancora lasciato il Pd. S’era appena candidato alle primarie dem contro Valeria Valente e usava la metafora calcistica in politica.

In poco più di un anno, l’ex sindaco ha sbattuto la porta, oggi sarà a Roma ad ascoltare la sinistra riunita nel Grasso day ed è tornato dopo anni anche allo stadio. Proprio per Napoli-Juve. «L’avevo promesso a mio nipote — spiega —, il figlio di Chiara, tifosissim­o. Sa tutto, a soli sette anni». Dice con orgoglio il nonno. Alla fine Bassolino non è mai stato un grande frequentat­ore del San Paolo. «Ma tifoso sì, sempre. Ho anche un mio modo di ascoltare la partita in tv. Attraverso il muro». Come attraverso il muro? «La seguo ascoltando i miei vicini di casa, mi regolo dalle urla di gioia o di dolore». Il San Paolo, dicevamo, a piccole dosi anche quando aveva ruoli istituzion­ali. «Soprattutt­o. Perché trovo che il rapporto tra politica e calcio debba sempre essere quello giusto». E venerdì sera che Napoli ha visto il tifoso Bassolino? «Un Napoli sotto tono. Un vero peccato. Andare allo stadio è bellissimo, continua a essere un rito collettivo pieno di energia. Ma i giocatori mi sono sembrati davvero scarichi. Soprattutt­o su alcuni di loro si sente il peso di tante partite». Poi il Bassolino allenatore. «Insomma il Napoli non riusciva a penetrare, con la Juve che dopo il gol ha fatto catenaccio. Non c’era scioltezza. Il Napoli, quest’anno e a detta di tutti, gioca il calcio più bello e spettacola­re. Ma da un paio di partite in qua...». Ma la precedente fuori casa con l’Udinese l’ha vinta. «Ha vinto, ma giocando male. Contro la Juve pure non ha brillato, ma ha perso. ‘ la prima sconfitta, ma qualcosa non va. Manca di freschezza».

Dagli spalti all’arrivo di Higuain in campo fischi e insulti. Dopo due anni, ancora fischi. Ma il tradimento, nel calcio come in politica, non dovrebbe essere bandita come categoria? «Ma certo. Tant’è che tanti altri sono andati via e senza rimpianto. Nel caso di Higuain qualche responsabi­lità ce l’ha pure lui. Sono talmente pochi i giocatori che legano il loro nome ad una squadra che, diciamocel­o, Gonzalo ci ha messo del suo nel rapporto con i tifosi».

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Ritorno allo stadio Per Antonio Bassolino

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