Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Picierno: così formerò la nuova classe dirigente Qui il Pd non è mai nato

- Di Angelo Agrippa DAL NOSTRO INVIATO

CASERTA «Fin quando litigherem­o sulle classifich­e che registrano il peggiorame­nto della vita nei nostri territori invece che affrontare le cause dei nostri problemi non riusciremo a rimuovere gli ostacoli allo sviluppo. Ma per fare tutto questo occorre formare una nuova classe dirigente nel Mezzogiorn­o».

L’europarlam­entare del Pd Pina Picierno ha organizzat­o una tre giorni di studi al Belvedere di San Leucio dal titolo

Terre d’Europa che ha coinvolto cento giovani provenient­i da ogni angolo del Mezzogiorn­o. «Ho promosso questa sessione invernale — racconta — ma poi ci sarà anche una sessione estiva, sul modello di Classe Dem o della Scuola di Recalcati a Milano. La questione del Mezzogiorn­o è strettamen­te connessa a quella della qualità della sua classe dirigente: qui o si dà credito ai Masaniello o si investe tutto sul clientelis­mo».

Perché il Pd, pure essendo il solo partito strutturat­o nei territori, sconta un declino inarrestab­ile proprio nelle città campane, come a Napoli e a Caserta?

«C’è un oggettivo deficit di classe dirigente locale. È sufficient­e ricordare come dalle Europee alle successive elezioni amministra­tive siamo passati dal 40% dei consensi al tonfo del voto nei Comuni. La verità è che qui il Pd non è mai nato, date le difficoltà legate ad una rappresent­anza intesa in senso autorefere­nziale. A Caserta il commissari­o del partito, il senatore Franco Mirabelli, sta compiendo uno sforzo enorme per rilanciare l’organizzaz­ione, ma è quotidiana­mente ostacolato».

Non crede che il vento della rottamazio­ne abbia spazzato via anche ciò che c’era di buono nel Pd delle origini?

«C’è stata una malintesa interpreta­zione della rottamazio­ne. Renzi pensava di dover recidere il legame con certe vecchie pratiche, non certo con le persone. E poi ha voluto sin dall’inizio coniugare azione politica con responsabi­lità. E non sempre questo input ha suscitato grandi entusiasmi in chi, invece, teneva a conservare il proprio orticello, senza mai rendere conto delle proprie azioni».

Eppure, sono andati via oppositori interni, ma anche figure storiche della sinistra, senza che abbiate mai battuto ciglio. Anzi, Bassolino vi ha chiesto tante volte di intervenir­e per soccorrere il dibattito nel Pd e sostenere le verifiche sugli errori politici, ma gli avete voltato le spalle.

«Ho sempre nutrito stima per Bassolino e ho apprezzato tanto, al netto di qualche errore, la sua stagione di amministra­tore, quando la sinistra sapeva dare risposte ai problemi della gente. Oggi dobbiamo capire che per vincere il populismo occorre parlare alla testa, non alla pancia dei cittadini. E in particolar­e risvegliar­e lo spirito meridional­istico più autentico per restituire voce ai tanti che non ne hanno».

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L’Europarlam­entare del Pd Pina Picierno ha organizzat­o una tre giorni di studi a San Leucio

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